Matteo Salvini prosegue deciso e inamovibile nella campagna per rafforzare il controllo sui migranti in Italia e rendere l'espulsione un gesto concreto e immediato. Il neo ministro degli Interni è ancora nell'occhio del ciclone per la vicenda che ha coinvolto Sacko Soumayla, sindacalista malese di 29 anni ucciso in provincia di Vibo Valentia.
#colpadiSalvini, scrive il leader della Lega in un tweet con allegato un articolo de Il Giornale sulle proteste scatenatesi tra i sostenitori di Soumayla, dopo la controversa scelta di Salvini stesso di definire le condizioni di vita dei migranti nel nostro paese una "pacchia" destinata a finire.
Le reazioni del social network Twitter, com'era prevedibile, sono state le più disparate: dal sostegno incondizionato, alle accuse di demagogia, alle dure critiche per un comportamento definito disumano e razzista.
In queste ore Salvini è stato anche un "osservato speciale" della diplomazia dei paesi africani: sua la frase “La Tunisia esporta spesso e volentieri galeotti”, che ha portato alla convocazione dell'ambasciatore italiano a Tunisi per rispondere delle azioni del ministro dell'Interno. "Qualcuno in Tunisia si è offeso, sbagliando: io, guardando ai numeri, ho detto che arrivano persone per bene e persone meno per bene”, ha replicato Salvini, che si è detto pronto a un incontro con il suo omologo tunisino per discutere di immigrazione.
Sempre attraverso i social network ha espresso il proprio sgomento Maurizio Martina, reggente del Pd, che su Facebook si è mostrato sorpreso dell'assenza di condanne ufficiali sulla vicenda Soumayla da parte del governo Conte. "Altro che ‘fine della pacchia’. Qui la prima cosa da fare è sconfiggere l’indifferenza delle istituzioni", è la denuncia social di Martina.
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