Immagini shock dall’Arabia Saudita. Una donna birmana, Layla bint Abdul Mutaleb Bassim, è stata decapitata lunedì scorso in un parcheggio pubblico davanti alla folla a La Mecca. La donna, che si è proclamata innocente fino a poco prima di essere giustiziata, era accusata di aver prima stuprato e poi ucciso la figliastra di sette anni.
La macabra esecuzione sarebbe stata filmata dalle autorità religiose e poi postata in rete. Il video, però, come raccontano i media internazionali, è stato rimosso dal web dopo poche ore.
Chi ha visto il filmato, parla di una donna trascinata nel parcheggio pubblico e immobilizzata prima di essere decapitata senza pietà con una spada.
Il ministero dell’Interno saudita ha sottolineato che la birmana avrebbe violentato con un manico di scopa la figlia di suo marito e poi l’avrebbe ammazzata: “Non ha mostrato nessuna pietà o compassione nel violentare e nell’uccidere la ragazza - si legge in un comunicato del governo -. Bassim è stata condannata alla pena di morte per un omicidio brutale dopo che sia la Corte d’Appello sia la Corte Suprema hanno riconosciuto il suo reato”.
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