Dopo undici anni è stato sottoscritto tra le associazioni dei proprietari e quelle degli inquilini maggiormente rappresentative il nuovo accordo territoriale del Comune di Palermo, depositato oggi alla presenza dell’Assessore al Bilancio.
A comunicarlo i rappresentanti delle varie associazioni della proprietà edilizia: Giuseppe Cusumano di Ape Confedilizia, Guido Messina di APPC, Giuseppe Buccheri di Confabitare, Giuseppe Li Sacchi di Federproprietà e Francesco Costa di UPPI, che si dichiarano soddisfatte per il risultato raggiunto dopo un iter laborioso.
Il nuovo accordo ha tenuto conto del complessivo andamento del mercato delle locazioni e per tale ragione ha disposto l’aumento dei valori medi di alcune microzone, tra cui quelle degli immobili ricadenti nel centro storico, interessato da iniziative anche pubbliche per la riqualificazione e il rilancio, nonché nelle microzone che raggruppano i quartieri Villabianca, Sperlinga, Sampolo, Sciuti, De Gasperi e Strasburgo, Belgio, Resuttana e San Lorenzo Quartieri. Per le altre microzone è stato previsto un adeguamento, con rivisitazione dei valori medi mediamente intorno all’8%.
Adeguamento temperato dalla previsione che allo scadere del triennio di validità dell’accordo, nel periodo intermedio fino all’approvazione del nuovo, i valori possano essere soggetti all’incremento ISTAT, senza più la limitazione al triennio dalla scadenza, come prevedeva il vecchio accordo.
Un risultato eccezionale secondo le associazioni interessate e sopra citate, a fronte della originaria richiesta delle associazioni degli inquilini di riduzione generalizzata dei valori medi di tutte le microzone indistintamente del 20%, richiesta per vero osteggiata debolmente dalle altre associazioni dei proprietari pure firmatarie dell’Accordo e che aveva quale unico scopo quello di punire la proprietà per una presa di posizione meramente ideologica.
“Sul punto rivendichiamo con orgoglio – dice Giuseppe Cusumano - quello che avrebbe dovuto essere un vanto per gli inquilini, dimostratisi sorprendentemente del tutto indifferenti, ovvero avere ottenuto la riduzione dei valori minimi di tutte le microzone, unico strumento che garantisce l’accesso alla locazione alle fasce più deboli senza compressione degli interessi dei proprietari. Ma non solo nei valori risiede il pregio del nuovo accordo, bensì è stata accolta la nostra richiesta di aumentare dal 20 al 25% la percentuale di incremento dei valori medi per la locazione di immobili fino a 50mq, che rappresentano sempre più una fetta importante delle contrattazioni. Sono state modificate anche le dotazioni degli immobili prevedendo l’inserimento di elementi frutto dell’adeguamento alle più recenti normative in materia di riqualificazione energetica, favorendo gli investimenti per la ristrutturazione, consentendo così un sostengo al comparto edilizio, già in grave sofferenza; mantenute le premialità per i proprietari che concedano in locazione immobili ammobiliati, con contratti di durata superiore al minimo legale (cd. 3+2), di interesse storico-artistico, che rappresentato un patrimonio culturale di grande importanza e i cui costi di gestione sono significativamente più alti anche per il maggior numero di adempimenti burocratici”.
È stata recepita anche la possibilità di locazione su porzioni di immobili, e disciplinata la locazione ad uso transitorio e per gli studenti universitari, per i quali è stato finalmente regolamentato il subentro nel contratto, esigenza particolarmente sentita dai proprietari per garantire trasparenza e continuità del rapporto contrattuale originario.
“I contratti stipulati secondo il nuovo accordo – spiegano Buccheri, Messina, Li Sacchi e Costa - potranno essere sottoscritti con l’assistenza delle rispettive associazioni di proprietari e inquilini firmatarie e, ove non vi fosse tale assistenza, dovranno essere sottoposti obbligatoriamente alla verifica della congruità economica e normativa, con attestazione da parte di una delle associazioni. Ciò rappresenta una garanzia per l’ottenimento dei benefici fiscali sia nazionali che comunali connessi all’uso dello strumento dei contratti a canone concordato".
In conclusione, la soddisfazione nasce dalla certezza di essere riusciti a dare alla città un accordo da poter rispettare, essendo consapevoli che per i proprietari il vantaggio fiscale derivante dalla cedolare secca è dell’11%, ovvero la differenza tra l’aliquota della cedolare secca per i contratti liberi e per quelli agevolati.
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