Un milione di euro come anticipo per dimenticare rancori e malintesi, cancellando l'ingiusta accusa di essere gli stragisti di via D'Amelio e gli assassini di Paolo Borsellino. Questo il "piano" dei boss mafiosi che si sono costituiti parte civile nell'udienza preliminare in programma il 20 giugno prossimo al tribunale di Caltanissetta, che dovrà far luce sulle responsabilità delle false dichiarazioni del pentito Scarantino.
Come si apprende da La Repubblica, a costituirsi parte civile sono Gaetano Murana, Natale Gambino, Gaetano Scotto, Giuseppe La Mattina e Cosimo Vernengo. Dagli esponenti di Cosa nostra è arrivata anche la richiesta - accolta dal gip - di citare come responsabili civili il ministro dell'Interno e il Consiglio dei ministri. Sul banco degli imputati invece il questore Mario Bo e gli ispettori Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, investigatori del gruppo “Falcone-Borsellino” che secondo la procura di Caltanissetta avrebbero costruito ad arte il personaggio di Vincenzo Scarantino, il falso pentito.
Fatti avvenuti realmente, ma personaggi diversi a compierli: questi gli errori di Scarantino secondo l'avvocato Rosalba Di Gregorio, che spiegherebbero i motivi della costituzione dei suoi assistiti. La visione d'insieme della collaborazione di Scarantino sarebbe quindi inesatta e dannosa per i boss scagionati, creando i presupposti per il risarcimento da parte dello Stato a fronte di cui il milione di euro richiesto sarebbe solo un "provvisionale".
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