L'arresto è scattato in tarda serata, dopo un pomeriggio convulso. Tentato omicidio plurimo aggravato, questa l’accusa contestata al giovane sudanese che ha tentato di far sbandare il pullman Marsala-Palermo poco dopo la galleria di Segesta.
All'improvviso si è scagliato contro l’autista, due militari sono però riusciti a immobilizzarlo, nel giro di pochi minuti sono intervenute due pattuglie della polizia stradale. Lui ha provato a giustificarsi: “Sono solo qui in Sicilia – ha sussurrato in un italiano stentato – mia madre è morta in Sudan, non sono neanche riuscito a vederla un'ultima volta. Volevo morire”.
Dunque, una vicenda personale che nulla avrebbe a che fare con moventi legati al terrorismo, ma il sostituto procuratore di Palermo Geri Ferrara ha delegato comunque alcuni accertamenti alla Digos di Trapani diretta da Ilaria Pedone. Si cerca di scavare nella vita del giovane sudanese, aveva in tasca uno smartphone su cui verranno fatte delle analisi. Si prova soprattutto a ricostruire la rete di relazioni dell'uomo che ufficialmente faceva il bracciante agricolo a Marsala. Di certo, era arrivato a Lampedusa nel 2011 e qualche tempo dopo aveva ottenuto il permesso di soggiorno in quanto richiedente asilo politico.
Fonte: Ansa
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