Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, deporrà al processo per la trattativa tra Stato e mafia. A deciderlo sono stati i giudici della Corte d’Assise di Palermo che hanno accolto la richiesta avanzata dai pm nell’ultima udienza.
Napolitano era già stato citato come teste il 17 ottobre 2013 attraverso una lettera alla Corte d’Assise, ma aveva fatto sapere di non nulla da riferire sulla trattativa. Adesso il Capo dello Stato dovrà essere sentito in merito alla lettera inviata nell’aprile 2012 all’allora procuratore generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, in cui si esponevano le lamentele dell’ex presidente del Senato, Nicola Mancino, oggi imputato nel processo.
Ancora da decidere la data in cui avverrà l’udienza del processo in cui Napolitano deporrà come testimone. Certa, invece, la sede, che sarà al Quirinale a porte chiuse. Verranno ammessi solamente i magistrati dell’accusa e i difensori. Non saranno ammessi né pubblico né stampa.
La Corte d’assise, presieduta da Alfredo Montalto, ha deciso di ascoltarlo applicando l’articolo 502 del Codice di procedura che disciplina i casi di testi impossibilitati di andare in udienza e che sono ascoltati a domicilio. E il domicilio del Presidente della Repubblica, nei sette anni di mandato, è il Quirinale.
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