No ai bandi di concorso pubblicati solo in inglese, francese e tedesco perchè costituiscono una "discriminazione" sulla lingua.
A dirlo, dando quindi ragione all'Italia che aveva fatto ricorso contro la pratica di pubblicare i bandi in tre sole lingue, è la Corte di giustizia europea che di fatto ha annullato la sentenza di primo grado del settembre 2010. La pubblicazione in tre lingue, e cioè inglese, francese e tedesco, dei bandi di concorso dell'Unione Europea e l'obbligo di sostenere le prove di selezione in una di queste tre lingue costituiscono una "discriminazione" fondata sulla lingua. Questo perchè la Corte ha stabilito che il regime linguistico dell'Ue definisce come lingue ufficiali e lingue di lavoro delle istituzioni dell'Unione le 23 lingue attuali dell'Unione, che la Gazzetta ufficiale dell'Ue deve essere pubblicata in tutte le lingue ufficiali e che, secondo lo Statuto dei funzionari dell'Unione, i bandi di concorso generale devono essere pubblicati nella Gazzetta ufficiale.
Il ricorso dell'Italia riguardava la procedura dell'Epso, l'ufficio per la selezione del personale dell'Unione europea, che si occupa dei concorsi per l'assunzione dei funzionari Ue. Nel 2007 era richiesta una conoscenza approfondita di una delle lingue ufficiali dell'Unione come lingua principale e una conoscenza soddisfacente del tedesco, dell'inglese o del francese come seconda lingua, differente da quella principale. Lo stesso per l'ammissione alle prove scritte e il loro svolgimento.
L'Italia aveva quindi chiesto l'annullamento dei bandi. Adesso il ricorso è stato accettato, e la Corte ha riconosciuto l'errore dell'Ue: "i concorsi controversi avrebbero dovuto essere pubblicati integralmente in tutte le lingue ufficiali" e quindi "il Tribunale ha commesso un errore di diritto statuendo che la pubblicazione successiva delle modifiche aveva posto rimedio alla mancata pubblicazione integrale".
Fonte: redazione palermomania.it
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