Fabrizio Ferrandelli vince le primarie di Palermo dimostrando innanzitutto ad Italia dei Valori quale grave errore sia stato “perderlo” e come sia stato capace di legare vari strati della città che non lo davano certo per scontato. La candidata eccellente del PD, Rita Borsellino, perdendo la sfida invece, mette in crisi lo stesso Bersani.
Adesso come un vero “Uoman” politico, vorremmo solo che incassasse il colpo, senza inutili ricorsi poiché ci sentiamo di dire: “era già tutto previsto”. Fabrizio fra le donne e gli uomini del PD e della sinistra palermitana si è speso e si è battuto come meglio ha potuto, ma adesso vorremmo vederlo in una sfida tutta giovane, magari proprio con Massimo Costa (sostenuto dal Terzo Polo e Grande Sud di Miccichè), che sembra sereno davvero quando dichiara che si sente pronto a spendersi per sradicare il “peccato e i peccatori”, ha lanciato un messaggio forte e di sfida contro una Palermo fatta dei “soliti noti”, ha saputo farsi largo in poco tempo, è un ragazzo molto intelligente ed ha attirato l’attenzione in modo elegante.
Palermo è una città difficile da governare, con problemi che urlano antichi, antichissimi, fino al punto da aver fatto fuggire a gambe levate l’ultimo sindaco, che per quanto arrogantemente abbia dichiarato di desiderare il bene della città (per questo si faceva finalmente da parte), ha contribuito ad aggravarli i suoi guai.
Una sfida fra due giovani uomini della stessa età, che avrebbero uno sguardo su Palermo decisamente diverso, che darebbero alla città l’opportunità di relazionarsi con l’Europa e con il mondo. I giovani viaggiano, guardano il globo attraverso altri strumenti, con altre regole, con la tecnologìa, altri mezzi, con i quali sono nati e si sono direttamente confrontati. Viaggiano ad un’altra velocità. Le “vecchie” generazioni hanno avuto milioni di opportunità. Perché non dare un’occasione, con il giusto supporto “tecnico” alle spalle, di chi ha esperienza, di chi conosce anche il sistema, lavorando in sinergìa, proponendo nuove ricette, per riconciliarsi con i cittadini che disperatamente chiedono la “normalità”.
Una vita nell’emergenza sfianca chiunque. E’ logico che la politica abbia perso credibilità, appeal, quando la stanchezza, l’infelicità, la fame hanno preso il sopravvento.
Fonte: redazione palermomania.it
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