Il tecnico del Palermo, Beppe Iachini, ha parlato in conferenza stampa al “Tenente Onorato” alla vigilia dell’anticipo di domani sera con l’Avellino. L’allenatore ha esordito esprimendo un pensiero sull’obiettivo primario: “Mancano dieci partite, l'obiettivo è il solito: rimanere concentrati prendendo una partita per volta, preparando sempre la partita perfetta per organizzazione di gioco e mentalità. Poi vedremo quando sapremo essere perfetti per portare a casa più punti possibili. Questo è l'obiettivo primario, serve una continua ricerca della crescita”.
Il mister si è poi soffermato sul margine di miglioramento della squadra: “Possiamo migliorare ancora tanto, non possiamo essere perfetti dopo cinque mesi. Dobbiamo migliorare nell'ultimo passaggio, negli smarcamenti e nei passaggi filtranti che possono essere fatti con tempi migliori e con più qualità. Prima delle occasioni da gol ci sono le situazioni da gol, e per crearle serve smarcarsi con i tempi giusti. Possiamo migliorare nelle palle inattive, essere più imprevedibili e renderci imprevedibili. Siamo a buoni livelli, ma tutto migliora con la conoscenza. Vedi l'Avellino, che gioca insieme da qualche anno ed è una squadra solida. Hanno fatto un buon percorso, hanno un buon allenatore e stanno facendo un buon campionato”.
Poi sulla possibile assenza di Maresca, rassicura: “Maresca ieri si è allenato, penso di avere tutti a disposizione. Abbiamo fatto un programma di lavoro specifico, non dovrebbero esserci problemi. Nel calcio ci sono fase di possesso e di non possesso, bisogna saperle fare sia mettendo Vazquez da mezzala che con tre centrocampisti. Poi possono essere schierati a rombo o a triangolo, ma al momento di attaccare salta la posizione dell'interno. Lì dobbiamo essere imprevedibili, nella fase di non possesso serve un'impostazione che dia robustezza ed equilibrio, nell'altra dobbiamo mutare. La mezzala può andare sulla trequarti per dare superiorità e imprevedibilità. Ci stiamo lavorando per non essere riconoscibili”.
Iachini ha proseguito parlando di Belotti, che sta stupendo tutti con prestazioni sempre decisive: “Sono felice che i miei giocatori facciano bene, è il mio lavoro. Io e i miei collaboratori cerchiamo di preparare tutti i giocatori affinché possano essere protagonisti, per mettere le loro caratteristiche primarie al servizio del gruppo. Cerco di prendere da tutti qualcosa, di migliorare tutti a livello individuale. Belotti ha avuto una crescita esponenziale, viene da un infortunio che ce l'ha tolto per quasi tre mesi. Lavoriamo per avere tutti ai massimi livelli, abbiamo visto la sua crescita esponenziale e ci fa piacere. Non possiamo pretendere da lui tutto e subito, ma ci sono buoni segnali. Ha fatto il suo percorso e può giocare dall'inizio, come gli altri. Lui sta riprendendo il suo percorso, anche se dopo un infortunio del genere servono antenne dritte. Un conto è corricchiare in campo, un'altro è strappare e inserirsi. Lì ci vuole un recupero pieno, se hai una soglia alta di potenza fai 30-40 scatti con un recupero ottimale. Quello mette nei guai gli avversari”.
Sulle caratteristiche dell'Avellino, avverte: “E' una squadra che si conosce, molto fisica e quadrata. Hanno giocatori che si inseriscono da centrocampo e cercano la seconda palla. Non dobbiamo concedere profondità e presenza in area. Dobbiamo essere corti e non dobbiamo allungarci sulle palle profonde. La loro prerogativa è la ripartenza in velocità con giocatori di potenza. La classifica parla chiaro, non arrivi lì se non hai qualità. Hanno anche vinto ad Empoli, la dice lunga”.
L’allenatore rosanero ha anche espresso un pensiero in merito al calo di affluenza di tifosi al "Renzo Barbera": “Io ho una mia idea: a Palermo c'era fame, voglia di Serie A dopo 31 anni. Oggi c'è la pancia piena. I tifosi hanno sempre dimostrato il loro affetto, purtroppo spesso c'è stato un tempo cattivo ma qui per dieci anni c'è stata la Serie A. Dopo dieci anni di ostriche e caviale, il panino con la mortadella piace di meno. Però certi fattori di tifo sono fondamentali per qualsiasi ambiente, e questi ragazzi, ricordando le difficoltà dell'inizio e la valorizzazione di tanti giovani, devono sentirsi partecipi. Senza i tifosi siamo una parte monca, sono la ciliegina sulla torta. Ci auguriamo che possano tornare numerosi, la squadra ne risente. Una serie di motivi come la delusione per la retrocessione, il maltempo e il cosiddetto panino con la mortadella hanno influito. Ci sono tanti fattori, in questo finale sarebbe bello riempire lo stadio e non è per fare appelli. Il tifoso è sempre felice della nostra cavalcata, ma certi aspetti influiscono. Differenze con il mio periodo alla Sampdoria? A Genova avevo sempre 25mila tifosi ogni partita. Penso che possano esserci delle stagioni che non nascono sotto una buona stella e diventano negative, ma anche da queste situazioni si deve ricostruire e ripartire con maggior entusiasmo ed attaccamento. Da lì si creano i presupposti per una ripartenza importante, quest'anno per una serie di aspetti ci sono meno presenze. Ci auguriamo di tornare al vecchio calore nel finale”.
Iachini ha concluso la conferenza parlando della coppia del futuro del Palermo, Dybala-Belotti: “Dybala ha perso quattro mesi dopo un infortunio alla costola col Trapani, quando ha recuperato lui si è fermato Belotti. Non è detto che non ci avremmo lavorato prima. Tutti lì davanti possono giocare insieme, l'importante è avere movimenti coordinati, hanno giocato tutti d'altronde. La loro giovane età fa pensare al futuro, è normale. In Serie B serve un'atteggiamento importante, a Palermo c'è la pressione di prendere le partite in mano e vincerle contro squadre compatte in difesa. In Serie A invece è il contrario. Per me questa stagione ha dato a Dybala un'ulteriore possibilità di crescita per queste situazioni difficili. Anche lui crescerà ancora e migliorerà, questo campionato gli lascerà qualcosa”.
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