Il Legia Varsavia non ha la minima intenzione di rinunciare alla Champions League conquistata sul campo, ma negata dalla Uefa per via della squalifica, inflitta per aver schierato, per soli 4 minuti, un giocatore squalificato.
Dopo la disperata lettera, inviata al Celtic, in cui ha chiesto di rigiocare la partita in una sorta di “bella” (chi vince passa, ndr), il club polacco ha deciso di presentare ricorso alla stessa Uefa chiedendo una riduzione della sanzione o l'annullamento della stessa. Il ricorso verrà esaminato domani a Nyon e una decisione sarà presa entro la settimana.
"Più che delusi, siamo frustrati e arrabbiati - ha dichiarato il presidente del Legia, Dariusz Mioduski -. Ammettiamo di aver sbagliato ma la sanzione è sproporzionata e va contro tutto ciò che riguarda lo sport".
Intanto, a Varsavia la polizia ha consigliato alla dirigente del Legia, Marta Ostrowska, di lasciare la città finché le acque non si saranno calmate. La donna, infatti, ha ricevuto anche minacce di morte perché ritenuta responsabile della grave leggerezza che ha portato alla sconfitta a tavolino. "In più occasioni sono arrivate telefonate in sede per chiedere il mio indirizzo - racconta la Ostrowska, come riportato dal Daily Record -. Ci sono state minacce ed è stato detto a me e alla mia famiglia di stare qualche giorno fuori Varsavia".
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