Il Palermo Calcio può brindare. Istanza di fallimento rigettata. Questa la decisione depositata dal collegio dei giudici del Tribunale di Palermo, formato da Giuseppe Sidoti, Giovanni D’Antoni e Raffaella Vacca. Decisione contenuta in un dispositivo di 40 pagine che, dopo la relazione dei periti, premia la tesi difensiva presentata dal Palermo calcio sullo stato dei conti del club. La Procura avrà 30 giorni per ricorrere in appello.
Si chiude dunque una lunga fase che ha visto Procura e Palermo impegnati in una lunga battaglia di carte e di numeri sui conti del club rosanero, a partire da un’istanza fallimento presentata dai pm lo scorso novembre e posizioni diametralmente opposte. L’accusa era di un Palermo in stato di decozione in base a 10 indici di insolvenza, con debiti per 63 milioni. Diversi i punti chiave dell’impianto accusatorio: tra essi l’operazione Mepal - Alyssa, con presunti bilanci falsi a creare falsi valori contabili al fine di azzerare le perdite ed il valore – ritenuto molto basso – del parco giocatori, ma anche i debiti di natura personale contestati a Maurizio Zamparini.
Il Palermo si è opposto attraverso un pool di esperti e legali guidati dal presidente Giovanni Giammarva (nominato al vertice del club come figura di garanzia a pochi giorni della presentazione dell’istanza): il club rosanero nel corso dei mesi ha iniziato di progressivo miglioramento dei conti, saldando i debiti pregressi con l’erario e con i vari interlocutori e procuratori, opponendosi strenuamente all’accusa della Procura (compresa la valutazione del valore della rosa) e ridimensionando la cifra del debito a circa 20 milioni, incassando anche la prima tranche del credito da Alyssa (accusata dai pm di essere però una società cartiera e principale “espediente” del Palermo per mascherare una situazione di grave sofferenza finanziaria).
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