Per entrambi è l’occasione della carriera. Tedino e Lupo sono pronti per la loro nuova avventura in rosanero. Il nuovo allenatore e il neo direttore sportivo sono stati presentati oggi al Barbera. Parole chiare e significative, entrambi vogliono centrare la missione di riportare il Palermo in serie A: “Ringrazio la gente che mi ha accolto qui a Palermo – ha detto Tedino in sala stampa - una città civilissima e meravigliosa anche nelle difficoltà. C’è un grande gruppo di lavoratori, questo mi ha colpito molto e sono orgoglioso perché io vengo dalla strada e dalla gavetta, da grandi difficoltà per arrivare fino a questo punto. Ho questa occasione importante che voglio condividere con tutti, staff, giocatori e popolo”.
Tedino sa bene che la piazza è calda ed esigente ma appare ben determinato: “Noi – continua Tedino – dobbiamo essere bravi a trascinare i tifosi, a ritrovare l’entusiasmo dopo la retrocessione. Siamo convinti del nostro lavoro e della nostra dignità. Siamo convinti di poterci tirare su le maniche, il primo passo toccherà a noi. Faremo delle cose importanti, ma innanzitutto è dovuto sapere che abbiamo una voglia, una motivazione e uno stimolo per incuriosire ancor di più la gente, Vogliamo far capire che c’è grande compattezza, questa città deve essere un modello nazionale e non solo. Essere in una città così gloriosa è motivo di soddisfazione, la cosa importante è sapere che insieme si possono superare le difficoltà del campionato di Serie B con società piene di entusiasmo”.
Saranno giorni caldi anche per il ds Fabio Lupo, lui dovrà costruire un Palermo competitivo: “Essere qui a Palermo – sottolinea Lupo in conferenza stampa – per me è un grande onore, in una squadra con un grande blasone ed una città straordinaria. Spesso in questo tipo di situazioni, quando si ha a che fare con squadre del genere, si rischia di scadere nel banale, ma cercherò di essere il più pragmatico possibile”. Idee chiare sul mercato:
“Quando si parla di ringiovanimento non significa portare tutti 18enni e 20enni. Qui devono arrivare giocatori motivati, dobbiamo andare su una fascia di giocatori che ancora deve chiedere tanto al campo. Serve una media più bassi rispetto ai 34-35 anni, anche se il calcio ci insegna che tutto quello che viene detto viene smentito il giorno successivo”.
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