Il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, si è detto molto felice per la promozione ormai vicinissima e ha promesso sei nuovi innesti per la squadra che affronterà il prossimo anno la Serie A: “Potenzieremo la squadra, penso a un massimo di sei innesti. Quest'anno abbiamo riscoperto la qualità di Vazquez, sappiamo di poter contare su Dybala, Belotti, Lafferty. Abbiamo giocatori forti a centrocampo come Barreto e Bolzoni, abbiamo scoperto Lazaar. Iachini ha creato una squadra di uomini. Penso su tutti a un giocatore come Pisano, che magari non gioca tantissimo e che ricorda il primo Chiellini, un po' impreciso. Però ci mette il cuore, ha tante qualità. La squadra è tosta. Iachini è più che una certezza. Con lui voglio fare del Palermo una squadra come l'Atletico Madrid, sulla scia di Simeone. Penso a una squadra che possa raggiungere la zona Champions o comunque piazzamenti europei. Con Iachini ho avuto la stessa tranquillità che ho avuto, in passato, con Guidolin”.
Il presidente ha poi voluto smentire le voci di una possibile cessione della società e ha parlato della situazione relativa ai ruoli dirigenziali all’interno del club: “Non ho nessuna intenzione di vendere il Palermo. C'è tra noi e il Comune la massima collaborazione per realizzare lo stadio di proprietà, che garantirà al Palermo una sopravvivenza anche dopo di me. Ritengo l'area dello Zen la più idonea, anche per la viabilità. Perinetti? Ha il contratto in scadenza e di questo parleremo con l'amministrazione. Il rinnovo non è una questione tecnica ma economica, dobbiamo attenerci ad un budget rigoroso. Io non ho mai detto che Ceravolo avrebbe preso il posto di Perinetti. Ceravolo si era già proposto al Palermo due anni fa come capo dello scouting, ma quel ruolo era già ricoperto da Sabatini, che ha lavorato molto bene. Se ci saranno delle integrazioni nello staff questo non significa che si debba allontanare qualcuno. E comunque valuterò di concerto con altri dirigenti”.
Zamparini, infine, ha parlato anche dei tifosi: “Io ho fatto un unico errore gravissimo, quello di essermi messo in disparte e avere ritenuto Lo Monaco capace di gestire la società. La disaffezione è anche dovuta al fatto che entrare in uno stadio è diventata una vergogna, tra tessere del tifoso e vincoli che ci allontanano dalla cultura inglese. In oltre trent'anni di serie minori hanno prodotto tifosi delle squadre del Nord. Poi non bisogna confondere quei pochi che in passato mi hanno contestato, dando un'immagine pessima di Palermo, con la gente. Trecento persone non sono i palermitani. I veri palermitani, invece, mi hanno sempre fatto sentire a casa mia. Quando giro per la città, ancora oggi, vedo gente che mi vuole bene”.
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