Il successo lo assapori lentamente, adagio, poco alla volta. È una sensazione, quella che regala la vittoria, che ti culla dolcemente, ti fa sognare, diventare grande, ma non ti sazia. Vincere non riempie, svuota. Quando arrivi a conquistare qualcosa a cui aspirano tanti ti senti speciale, unico, immenso. Ma non ti vuoi fermare. Vuoi continuare. E così riaffiora quel sentimento di fame, unico e strano, dolce ma amaro, importante ma letale. Quando Alex Zanardi conquistò il primo posto del podio nella cronometro ha liberato la mente giusto il tempo di ricevere la medaglia più pregiata. Ai microfoni dei giornalisti che gli si avvicinavano cercando una sua dichiarazione ha subito affermato di aver già la testa alla prossima gara, al prossimo successo. Detto, fatto. L’azzurro trionfa nuovamente nelle Paralimpiadi britanniche nella prova su strada con il tempo di 2h00’32” precedendo il sudafricano van Dyk e il belga Decleir. Il colore della medaglia? Ancora una volta d’oro. Zanardi ha macinato quei 64 chilometri come nulla fosse, bruciando nello sprint i suoi diretti concorrenti. La voglia di risalire su quel gradino tanto ambito era tanta, accecante, incontenibile. E non è mai la stessa emozione della prima volta. Ogni successo vanta un ricordo speciale, particolare, diverso da quello precedente, dolce allo stesso modo ma frizzante più di prima. Lo capisci quando ti riconfermi, quando quel gradino che ti sembra sempre più alto non è nient’altro che lo specchio della tua anima che tutto ti concede pur di ottenere quel risultato. Lo sa Alex Zanardi, come Vittorio Podestà e Cecilia Camellini: atleti affamati di vittoria e mai domi nello spirito. Il ciclista azzurro si è riconfermato stringendo al collo un bronzo, mentre la nuotatrice azzurra ha brillato nei 400 sl regalandosi un argento che fa il paio con l’oro alla prima apparizione in vasca. È lo spirito che colma il corpo, la fame che sazia lo spirito. E chissà quanta ancora ne avranno i nostri atleti. Vincere aiuta a vincere, confermarsi, però, è molto più difficile.
Fonte: palermomania.it
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