Giovanni Stroppa, attuale allenatore del Foggia, è uno che il calcio con la C maiuscola l’ha vissuto in prima persona, giocandolo sul rettangolo verde accanto a campioni conclamati che rispondevano al nome di Gullit, Van Basten, Maldini, Baresi e via discorrendo. Era il Milan di Arrigo Sacchi, quello che, a cavallo tra gli anni 80’ e 90’ faceva incetta di trofei, riconosciuto a livello planetario come una delle squadre più forti di tutti i tempi. Evidentemente, per l’ex centrocampista che, da calciatore indossò anche le casacche di Lazio (dove soffrì la concorrenza del tedesco Thomas Doll, vedendosi spesso relegato in panchina dall’allora mister biancoceleste Dino Zoff), Udinese (negativa l’esperienza friulana, condizionata da una brutto incidente automobilistico il primo anno e da un grave infortunio la stagione seguente), dello stesso Foggia (quello dei miracoli di Zeman, dove collezionò, nell’ultima stagione che vide il boemo sedersi sulla panchina dei pugliesi, il record personale di marcature siglando 8 reti), di Piacenza, Brescia e Genoa, il rossonero era nel destino, visto che, da allenatore, il suo trampolino di lancio è stato proprio la panchina del club dauno. Un modulo spregiudicato, votato al calcio spettacolo, ispirato proprio da Sacchi, il più grande rivoluzionario del calcio moderno, ed ecco che con lui, i satanelli, assenti da ben 19 anni dal campionato cadetto, vi fanno ritorno al culmine di una stagione condita da record - dieci le vittorie di fila - ed entusiasmo sfrenato (in cinquantamila scesero in piazza per festeggiare la promozione). Lo Zaccheria, lo stadio roccaforte di una delle tifoserie più calde di Puglia: quello doveva essere alla vigilia dell’attuale torneo di B il punto di forza della formazione cara al presidente Lucio Fares. E invece, un po’ a sorpresa, delle sette vittorie conquistate, Mazzeo (il bomber più prolifico dei pugliesi con 10 reti all’attivo) e compagni ben cinque le hanno ottenute in campo esterno, motivo in più per mettere paura al Palermo di Tedino, la forte compagine siciliana vogliosa di ritrovare la serie A dopo un solo anno di purgatorio. “Siamo consapevoli della forza dei nostri avversari. Il Palermo è una squadra ben strutturata - afferma Stroppa - , individualmente ha dei giocatori di forza, qualità ed esperienza. Molti di loro sono abituati ad un calcio internazionale, sanno difendersi in una certa maniera. E’ una compagine capace di farci correre a vuoto se le lasciamo tanti spazi a disposizione”. Nessun timore reverenziale per i suoi ragazzi nei confronti del temibile Palermo. “Ci aspetta una gara difficile in un grande stadio. Storicamente quello dei siciliani è un campo ostico per tutti; nonostante ciò proveremo a fare la nostra partita, forti di un modulo, il 3-5-2, ormai ben assimilato dai ragazzi. Abbiamo rispetto di tutti ma paura di nessuno. I rosanero - conclude - hanno una classifica diversa dalla nostra, che ci vede fuori della zona calda di un solo punto e per questo bisognosi di fare risultato per non interrompere il buon momento di forma dopo le due recenti vittorie contro Entella e Avellino. Duhamel? Cresce ed è dentro il gruppo. Presto verrà il suo momento”.
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