Scoperti tre casi di doping alle Olimpiadi invernali di Sochi 2014. Tra questi, purtroppo, figura anche un atleta azzurro: si tratta del bobista William Frullani trovato positivo alla dymetylpentylamine.
Ricevuta la notizia, il Coni ha espulso immediatamente l’atleta dalla squadra azzurra. Secondo le prime indiscrezioni, Frullani sarebbe incappato nella positività a causa di un integratore acquistato negli Usa via internet. Si tratta di uno stimolante specificato della categoria S6, che non comporta sanzioni pesanti e potrebbe portare a una nota di biasimo.
Frullani, carabiniere di 35 anni, è stato trovato positivo durante un controllo al villaggio olimpico il 18 febbraio scorso e ieri sera l’atleta ha chiesto la controanalisi, conclusa poco fa con esito positivo. Il Cio lo ha escluso immediatamente dalla delegazione azzurra. Il Coni ha chiesto e ottenuto la sua sostituzione con la riserva Samuele Romani, che domani parteciperà alla gara.
Duro il commento del presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Il trionfo della leggerezza, della illogicità e anche della stupidità. Si tratta di un caso isolato, che non ha nulla a che fare con la squadra, ma spero sia una lezione per tutti i ragazzi”.
Oltre all’azzurro, trovati positivi anche la tedesca del biathlon, Evi Sachenbacher-Stehle, e un fondista membro della squadra di sci ucraina, composta da Dmytro Mytsak e da Bogdana Matsoska, che ieri voleva abbandonare Sochi in dissenso contro il presidente Yanukovich dopo gli scontri di Kiev, ma al momento non c'è non ancora l'ufficialità sul nome dell’atleta.
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