Il grano italiano è stato colpito da una speculazione da 700 milioni di euro, a tanto ammontano infatti le perdite subite dagli agricoltori italiani per il crollo dei prezzi rispetto allo scorso anno. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti #laguerradelgrano diffusa in occasione della maximobilitazione organizzata in varie città d’Italia con migliaia di agricoltori e trattori al seguito. I produttori si sono radunati a Palermo, Termoli, Potenza e Bari dove è presente anche il presidente nazionale Roberto Moncalvo.
A Palermo un maxi corteo, partito da piazza Castelnuovo, è giunto davanti palazzo d’Orleans, dove una delegazione di produttori incontrerà l’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici.
Nel giro di un anno le quotazioni del grano duro destinato alla pasta hanno perso il 43% del valore, mentre si registra un calo del 19% del prezzo del grano tenero destinato alla panificazione. «Un crack senza precedenti - denuncia Coldiretti - con i compensi degli agricoltori che sono tornati ai livelli di 30 anni fa, a causa delle manovre di chi fa acquisti speculativi sui mercati esteri di grano da “spacciare" come pasta o pane Made in Italy, per la mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta la reale origine del grano impiegato. E, con la crisi del grano, in Italia si rischiano di perdere trecentomila posti di lavoro».
«Per restituire un futuro al grano italiano occorre l’indicazione in etichetta dell’origine del grano utilizzato nella pasta e nei derivati/trasformati - sottolinea il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo - ma anche l’indicazione della data di raccolta (anno di produzione) del grano, assieme al divieto di utilizzare grano extra comunitario oltre i 18 mesi dalla data di raccolta. Ma serve anche fermare le importazioni selvagge a dazio zero».
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