“Il cliente da lei chiamato è momentaneamente occupato, si prega di richiamare più tardi”, addio ai vecchi tempi della comoda e odiata segreteria vocale, adesso tenere spento od occupato il cellulare ha un costo.
E sì, da quest’estate, infatti, i clienti di Tim e Vodafone, le due compagnie telefoniche che insieme detengono ormai circa il 65 % del mercato della telefonia, devono pagare l’avviso di chiamata per scoprire chi li ha cercati mentre il cellulare era offline o impegnato in altra conversazione.
Un cambio repentino nelle politiche tariffarie, avviato già dal 21 luglio, che non è piaciuto né all’Antitrust né all’Agcom, le autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che hanno avviato una doppia indagine per controllare che le modalità di avviso ai clienti siano state condotte correttamente da parte dei due marchi.
L’Antitrust ha avviato due istruttorie per accertare il presunto carattere scorretto delle condotte con cui sono state modificate le condizioni degli avvisi di chiamata dei servizi “LoSai” e “ChiamaOra” di Tim e “Chiamami” e “Recall” di Vodafone. L’autorità avrà 5 mesi di tempo per chiudere l’istruttoria e valutare se sanzionare o meno le aziende.
Il sospetto è che le due aziende potrebbero aver violato le disposizioni del Codice del consumo se l’offerta dei servizi a pagamento dovesse risultare basata su meccanismi che non prevedono un consenso espresso del consumatore: e ancora, ingannevolezza in merito ai reali costi del servizio nei messaggi di avviso per la Vodafon o forniture non richieste ai consumatori.
D’altro canto Tim e Vodafone fugano ogni polemica: entrambe hanno iniziato già da un po’ ad avvisare gli utenti, pur solo via sms, fornendo anche le informazioni su come disdire il servizio, senza alcun costo aggiuntivo. Inoltre, proprio su pressione dell’Agcom, le due compagnie hanno attivato misure in più di trasparenza per gli utenti, così da scongiurare addebiti inconsapevoli e diffondere più ad ampio raggio la notizia su quotidiani e siti internet.
Per Tim ci si può rivolgere al numero 40920, Vodafone ha messo a disposizione il numero 42070 (nonché 42592 per chi chiede informazioni). Chi vuole mantenere il servizio, invece, deve metter mano al portafoglio. Per Vodafone il costo è di 6 centesimi al giorno: chi lo sfrutta quotidianamente, quindi, in un anno potrebbe spendere fino a un massimo 21,90 euro.
Per i servizi Tim, a pagamento dall’11 agosto anziché dal 21 luglio per dare maggior tempo ai clienti per informarsi, il costo è di 1,90 euro ogni 4 mesi, quindi in totale 5,7 euro all’anno. Per i clienti in abbonamento, invece, il servizio resta gratuito fino al 6 settembre, mentre poi saranno addebitati 0,48 euro al mese o 0,96 euro al bimestre, a seconda del piano tariffario.
E proprio per fare chiarezza sui prezzi dei servizi e sulle modalità di disdetta, dopo la denuncia presentata di Federconsumatori, l’Agcom si è mossa avviando una verifica per accertare che l’introduzione di un costo per “i servizi di chiamata” di Tim e Vodafone “avvenga senza arrecare pregiudizio agli utenti”.
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