L'Italia è un paese con “forti disuguaglianze di reddito rispetto agli altri Paesi avanzati: l'indicatore di disuguaglianza è di 4 punti più alto di Germania e Francia da molti anni”, commenta il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, che ha illustrato i dati emersi dalle rilevazioni di palazzo Koch mettendoli a confronto con quelli Eurostat. “Quasi una persona su otto è in condizione di grave deprivazione materiale” contro una media di una su 15 dell'area euro.
Lo sviluppo sostenibile, premette il direttore generale, “sembra una fisima da anime belle, dopo crisi lunga e penosa come quella che ci siamo lasciati alle spalle”. Ma “mai come ora è opportuno mettere in discussione la sostenibilità del tempo, di quel sentiero di sviluppo economico di cui stiamo tornando a incamminarci per non ripetere gli errori del passato”. Quegli errori che “hanno portato i danni collaterali che conosciamo bene: le disuguaglianze, l'incancrenirsi della povertà, l'inquinamento di vaste porzioni del pianeta, il cambiamento climatico, fino allo scoppio di quella bolla finanziaria che ci ha trascinati tutti nella grande recessione”.
In Italia, in particolare, “la connessione tra sviluppo e sostenibilità è particolarmente forte, al punto in cui siamo arrivati non può darsi l'uno senza l'altra”. La disuguaglianza, osserva Rossi, è diventata “il tratto distintivo della nostra economia, nei redditi e nella ricchezza familiare”. Oggi “i nostri poveri non sono più soprattutto anziani ma in prevalenza le famiglie giovani e numerose, anche a causa del flussi di migrazione”.
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