I Paesi del G8, più Cina, India e Corea del Sud, ritengono vi sia "la necessità" che i Paesi produttori di petrolio aumentino gli investimenti per fare in modo che l'offerta sia idonea a far fronte al rialzo della domanda. Lo si legge nel comunicato congiunto diffuso al termine della riunione di Aomori nel quale si sottolinea pure l'invito ai Paesi consumatori a "massimizzare gli investimenti nella propria produzione di energia".
NUOVA PARTNERSHIP INTERNAZIONALE SU EFFICIENZA - Il Gruppo degli Otto Grandi, insieme a Cina, India e Corea del Sud, lanciano la International partenrship for energy efficiency cooperation (Ipeec), iniziativa che vuole sviluppare cooperazione e partnership internazionali sulle migliori pratiche per "ottimizzare i consumi e l'efficienza energetica", anche nel rapporto pubblico-privato. Lo si legge nel comunicato congiunto, diffuso al termine della riunione di Aomori (nel nord del Giappone), nel quale i rappresentanti dei paesi consumatori di circa i due terzi dell'energia a livello mondiale ribadiscono l'allarme e "la forte preoccupazione per i livelli raggiunti dal petrolio".
AMARI, SENZA MISURE RISCHIO RECESSIONE - Il record dei prezzi del petrolio possono scatenare una recessione globale. Nel giorno della riunione ministeriale del G8 sull'energia di Aomori (nel Giappone settentrionale), alla quale partecipano pure Cina, India e Corea del Sud, il titolare del dicastero nipponico, Akira Amari, lancia l'allarme perché le attuali quotazioni del greggio costituiscono "un'anomalia e un'estrema sfida" su scala globale. In mancanza di provvedimenti e misure urgenti e mirate, rileva ancora, nel corso dei lavori, "il rischio concreto è di dover fare i conti con una pericolosa recessione". La questione energetica e il cambiamento climatico globale sono "due facce della stessa medaglia". I risultati delle discussioni di Aomori saranno parte della base dei temi in calendario nella riunione dei capi di Stato e di governo Stato del G-8 paesi del prossimo mese a Toyako, nell'isola di Hokkaido. Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha da parte sua illustrato nella sessione del mattino ha illustrato una sintesi della dichiarazione conclusiva del Foro internazionale dell'energia (Ief 2008), tenutosi a Roma ad aprile, ponendo in evidenza la parte relativa all'esigenza "di identificare gli strumenti più efficaci per potere raggiungere una maggiore stabilità nei mercati energetici mondiali". Tutto questo, facilitando "gli investimenti e incoraggiando l'innovazione tecnologica" in vista di uno sviluppo sostenibile e attento all'ambiente.
CONSUMATORI, IN ARRIVO STANGATA DA 1.225 EURO A FAMIGLIA - La nuova fiammata del greggio torna a pesare sul prezzo di benzina e altri carburanti e alimenta la protesta degli autotrasportatori che, dicono i bisarchisti, rischia di degenerare se non arriveranno aiuti dal governo. Dagli imprenditori ai sindacati, dagli autotrasportatori ai consumatori, è allarme per la nuova corsa al rialzo del greggio che ha già iniziato a ripercuotersi sul prezzo della benzina che punta di nuovo verso quotazioni record. I consumatori prefigurano una stangata da 1.255 euro: con il petrolio a 140 dollari, dicono infatti Adusbef e Federconsumatori, si alza il prezzo della bolletta energetica delle famiglie italiane, con un impatto sull'inflazione addirittura del 4,3%. Senza contare che il calcolo delle associazioni non considera le ricadute su prodotti e generi di prima necessità, come quelli alimentari, che subiranno aumenti di 530 euro annui. Solo di energia gli italiani spenderanno 709 euro in più (255 euro per luce e gas, 180 euro per il riscaldamento, 304 euro per carburanti) a cui si devono aggiungere altri 546 euro di costi produttivi, di trasformazione e di trasporto delle merci. Anche per gli autotrasportatori il salasso non accenna a fermarsi dopo che nell'ultimo anno, dice uno studio della Cgia di Mestre, il costo del pieno è aumentato del 30% portandone l'incidenza sui costi totali al 40% circa. Provocando, dicono gli autotrasportatori, una moria di aziende: negli ultimi sei mesi hanno chiuso in 3 mila e ci sono 30mila addetti senza più lavoro. Gli autotrasportatori, che lunedì saranno ricevuti dal governo, chiedono all'esecutivo di intervenire con urgenza con misure strutturali ma anche di "dare subito risorse per compensare gli spropositati aumenti del petrolio". Il governo non sottovaluta il problema: lo stesso Premier si è detto preoccupato per "il caro petrolio" ed il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha promesso aiuti a pescatori, agricoltori (anche loro lamentano maggiori costi per le imprese di 250 milioni di euro) e autotrasportatori:" credo - ha detto il ministro - che qualcosa di specifico per loro sarà fatto". Interventi sulle compagnie per far abbassare i prezzi sono invocati però anche dalle associazioni dei consumatori, che puntano ad un nuovo taglio delle accise, e dal sindacato: entrambi sono preoccupati che l'annunciato intervento sulle compagnie, la cosidetta Robin tax, si ripercuota negativamente sulle tasche dei cittadini. "Meglio un intervento sulle compagnie per far abbassare i prezzi", viceversa, dice il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani "si corre il rischio di avere un Robin Hood alla rovescia: si fa finta di far pagare i ricchi e invece si fa pagare ai poveri". Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, ha invece invocato una "nuova Kyoto del petrolio", ha chiesto di porre fine alle speculazioni ma ha giudicato positivamente la Robin tax, chiedendo però al ministro Tremonti di "completare il discorso tagliando le tasse sull'energia". Anche gli industriali sono in allarme: "se il prezzo del petrolio non si arresta influirà su tutto: risultati delle imprese, consumi, inflazione" ha detto il numero uno di Pirelli, Marco Tronchetti Provera. Ma sulle soluzioni e sulle cause di tali rialzi le ricette proposte sono diverse: per l'amministratore delegato dell'Enel, Fulvio Conti, pesa "la domanda tuttora vivace e attiva dall'est" ma anche la speculazione "favorita dall'eccessiva emotività dei mercati finanziari, pronti a reagire al minimo segnale". Intanto i listini dei prezzi consigliati ai gestori segnano i primi movimenti al rialzo. A ritoccare all'insù i prezzi sono in particolare Api, Ip e Shell, quest'ultima con una quotazione (1,526 euro la verde) molto vicina al record storico di benzina e diesel di 1,527 euro al litro toccato lo scorso 28 maggio. C'é da aspettarsi però che nuovi rialzi arrivino già con l'inizio della prossima settimana.