La chiusura del mercato ortofrutticolo di Palermo sta creando non poche polemiche e Valentino Di Pisa, presidente nazionale Fedagromercati, punta il dito contro il Comune, e afferma che le “vere vittime sono i grossisti”.
"Le inefficienze dell'ente gestore non possono essere pagate dagli operatori, i quali a fine mese dovranno subire il blocco delle loro attività imprenditoriali senza che ciò sia dipeso da loro", afferma Di Pisa. Al di là della difesa corporativa di Fedagromercati, da anni si discute del rilancio dello "scaro". Ma niente, il tanto auspicato regolamento unico dei mercati non ha visto ancora luce, né il Comune ha prestato poi così tanta attenzione ai servizi che dovrebbe garantire. La chiusura dal 28 al 30 giugno potrebbe quindi non bastare.
In tre giorni, Rap, Reset, Amap e Coime potranno mettere soltanto qualche "pezza" qua e là: sistemare i servizi igienici, pulire le caditoie, sanificare gli ambienti, effettuare qualche intervento in muratura per rimuovere situazioni di pericolo. Giusto per attenuare le principali carenze igienico-sanitarie riscontrate dall’Asp e della Forestale. Resta il problema degli scarichi fognari, che potrebbe essere superato se - come annunciato - i grossisti si facessero carico di realizzare bretelle di allaccio alla fognatura. Ecco perché sarebbe necessario programmare altri interventi, senza però chiudere il mercato. Questa è una delle richieste che i commissionari e gli addetti al carico e scarico della merce dovrebbero avanzare domani al Comune nel corso dell'incontro con la commissione Attività produttive e il vicesindaco Sergio Marino.
"Certamente - aggiunge Di Pisa - gli operatori devono contribuire alla corretta organizzazione del mercato, ma devono essere messi nelle condizioni di farlo. Auspico che questa chiusura venga gestita al meglio dall’ente gestore e dall’amministrazione comunale, che dovrà impegnarsi affinché gli operatori possano usufruire di una qualche forma di compensazione o comunque possano essere agevolati nel periodo successivo allo stop delle loro attività". La chiusura dell'ortomercato infatti impedirà la commercializzazione di 2 milioni e mezzo di chili di frutta e verdura.
C'è infine da affrontare la partita in Consiglio sul regolamento unico dei mercati. "E' chiara ormai a tutti - conclude il presidente nazionale Fedagromercati - l’urgenza di attuare il regolamento, ormai da tempo fermo, per evitare che situazioni del genere si ripropongano nel futuro e compromettano ancora una volta l’attività degli imprenditori i quali sono le vere vittime di questo disordine".
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