Bene comune e sviluppo economico, sono queste le ragioni che impongono la condivisione delle azioni a sostegno dell’innalzamento del contenuto di succo di frutta nelle bibite analcoliche, della trasparenza delle etichettature e della equità delle filiere. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli, durante l’audizione che si è svolta ieri al Senato sulla Legge europea 2013-bis in corso di esame in Commissione.
“La Coldiretti - ha ribadito il presidente - ha da anni avviato un’azione nazionale per l’innalzamento della percentuale di frutta nelle bevande che determina il consumo di cinquantamila chili di vitamina C in più all'anno da parte dei consumatori concorrendo a migliorare concretamente la qualità dell'alimentazione ed a ridurre le spese sanitarie dovute alle malattie connesse all'obesità in forte aumento. D’altra parte - ha concluso -, risulterebbe consolidato il ruolo del Made in Italy agroalimentare con i suoi effettivi e potenziali benefici in termini di occupazione e crescita per il Paese e per la comunità. Nel mezzogiorno, nello specifico, l’agroalimentare può costituire il nerbo di un nuovo modello di sviluppo e di coesione territoriale”.
Con una quantità superiore di arance nelle bibite, posto che un litro di aranciata con il 12% di succo naturale contenga oggi soltanto 3 centesimi di euro, è venduta ad un prezzo 50 volte superiore, si determina un aumento di 250.000 quintali di arance, pari a 1000 ettari di agrumeto.
“Dalla società - ha concluso il direttore - emerge con sempre maggior intensità una domanda di trasparenza e di verità. Si vuole che i prodotti in commercio restituiscano quanto promettono, sia in termini di “gradimento”, sia dal punto di vista della salubrità”.
© Palermomania.it - Il giornale di Palermo a 360°
Lascia un tuo commento
Questo articolo ha ricevuto
Approfondimenti
Opinioni a confronto
Articoli più letti