Negli ultimi anni, nonostante la crisi, i prodotti biologici hanno raggiunto in Italia un fatturato record. Quasi 20 miliardi nel 2013, in aumento del 65% rispetto al 2007. Ciò significa che il biologico è uno dei comparti su cui bisogna continuare ad investire. Questi alcuni dei dati rilevati dalla Coldiretti Siciliana, che gettano concrete speranze nell’investimento sul biologico, richiamando la Regione Sicilia a sbloccare le pratiche pregresse sul settore.
Con oltre 7.000 produttori esclusivi la Sicilia, infatti, mantiene il primato della produzione biologica, primato che deve avere anche pagando le pratiche pregresse con fondi che il governo regionale deve reperire dal suo bilancio.
Per il futuro, nella programmazione 2014 – 2020 i nuovi bandi potranno essere ancora di più indirizzati e incisivi. Si profilano nuovi vantaggi grazie alle due nuove misure previste nel PSR 2014 – 2020. Il nuovo regolamento comunitario sullo sviluppo rurale prevede infatti livelli di aiuto e massimali, per tipologie di interventi e colture, notevolmente superiori alla precedente normativa.
L’agricoltura e la zootecnia biologica – sostiene ancora la Coldiretti - soprattutto nelle aree interne della Sicilia, si configurano come un progetto di promozione del territorio, di notevole potenzialità, capace di coniugare tecnica agronomica, gestione del suolo, alimentazione e salute. In questa strategia i premi risultano determinanti per la sopravvivenza di molte aziende e devono configurarsi come il riconoscimento che la società dà al ruolo di agricoltore che, nell’impegnarsi a rispettare regole certe, si fa garante della salute dei consumatori e del territorio.
La produzione biologica siciliana per eccellenza riguarda la cerealicoltura – ricorda ancora l’associazione agricola. Oltre 35 mila ettari sono infatti seminati a grano e vari cereali, mentre la superfice per la produzione di ortaggi è di 3.500 ettari. Complessivamente gli ettari biologici in Sicilia superano i 193mila.
Investire nel biologico non è una scelta di pochi, ma una chance per molti. Così si potenzia il suolo agricolo dell’Isola, così si incrementa il commercio e lo sviluppo nel settore agroalimentare: lì la Sicilia deve puntare.
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