Quante volte sentiamo dire che in Sicilia potremo vivere di ciò che abbiamo, turismo, artigianato, tradizioni, però non ci riusciamo, non si capisce bene cosa non funziona, se sono le politiche adottate nel nostro territorio o se il motivo sta nel fatto che in realtà non vengono valorizzate adeguatamente queste risorse. Del resto le nuove generazioni come possono amare gli antichi mestieri e le tradizioni se nessuno glieli fa conoscere? Studiano le lingue sin dalle elementari e invece che impiegare qui le loro conoscenze come guide turistiche ad esempio li facciamo andare fuori dalla loro terra. Una volta diplomati o addirittura laureati se vogliono lavorare se non hanno un minimo di esperienza non vengono assunti, sì va bene, ma come la devono fare l’esperienza se nessuna gliela fa fare? Purtroppo lo scenario in Sicilia non è dei migliori e questo lo sappiamo da quando nasciamo, ma nessuno sembra fare nulla per cambiare questa condizione.
Di questa “croce” che si porta la Sicilia, e che si sta estendendo a macchia d’olio piano piano in Italia, ne abbiamo parlato con il presidente Confartigianato Nunzio Reina, e lo facciamo partendo proprrio dal progetto alternanza scuola-lavoro:
“Io sono stato il promotore dell’ idea dell’alternanza scuola-lavoro. Tre anni fa avevo già fatto un’operazione che ritengo, scusate la presunzione, geniale che era quella di indirizzare i migliori che avevano reso maggiormente nelle scuole, come nell’I.T. Volta, mandando 30 giovani all’Amap e 20 giovani all’Amg. Questi giovani avevano aderito al progetto dell’alternanza scuola-lavoro, quindi la mattina andavano a scuola e nel pomeriggio a lavorare, percepivano 200 euro al mese per un periodo di 6 mesi. Quindi, avevo già visto questa possibilità e non trovo alternativa diversa a questo abbinamento”.
Il presidente Reina parla, anche, della possibilità di realizzare la “scuola-bottega” “perché l’abbinamento della preparazione basilare che può dare la scuola con la possibilità di imparare un mestiere forma, in modo quasi del tutto completo, qui vuol fare un mestiere in questa città. Quindi, se riusciamo con i vecchi artigiani ad entrare nelle scuole, spiegare qual è il lavoro, spiegare l’economia del mercato e la competitività, diamo la possibilità ai nostri giovani di costruirsi un futuro con delle basi solide, diminuendo il rischio di andarsene a spasso dopo il diploma”.
Ma per fare questo tipo di lavoro si dovrebbero valorizzare gli antichi mestieri per inserirli in un mercato che cambiato, ma intanto le tradizioni legate agli antichi mestieri stanno morendo
“Questo perché non c’è il cambio generazionale, perché l’aspirazione di chi custodiva i segreti delle antiche maestranze, era quella di fare diventare i figli dottori, avvocati, ingegneri, in quanto rappresentava, per loro, una conquista sociale. Peccato però che oggi, anche, questi settori cominciano ad essere saturi, per questo i nostri giovani hanno maggiori difficoltà a trovare lavoro. Adesso, paradossalmente, vi è una maggiore richiesta di figure professionali che stanno scomparendo, ma anche se i “vecchi” provano a spiegare il mestiere, i giovani non si avvicinano”.
Ma come dicevamo prima si devono trovare dei meccanismi che attualizzino questi mestieri per fare in modo che i giovani si appassionino e si avvicinino “i vecchi mestieri non vanno messi da parte, riproponiamoli con una chiave diversa facciamo in modo che i giovani trovino passione ed entusiasmo verso questi lavori, per questo credo che possa essere importante istituire la “bottega scuola”, per creare la cultura delle maestranze e della tradizione palermitana che nasce coi vecchi mestieri e se fatto di nicchia se fatto di qualità sicuramente può inserirsi in un mercato diverso, e può dare prospettive di guadagno notevole anche ai giovani palermitani”.
La politica in tutto questo che ruolo ha? “La politica fino ad ora non è stata vicina agli interessi dei cittadini. Chiunque può diventare Sindaco di questa città, se, però, mette al primo posto lo sviluppo l’economia territoriale. Questa amministrazione purtroppo ha creato solo chiusura delle imprese, ma noi affronteremo l’argomento con chiunque diventerà sindaco per cominciare insieme un percorso, vogliamo riprendere una collaborazione con l’amministrazione che sia di aiuto per Palermo e per i palermitani”.
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