“L'Italia non è ancora fuori dalla crisi. Un Paese che ha perso quasi dieci punti di Pil e ne ha recuperati poco più di uno è un Paese ancora in emergenza. Per questo serve una terapia shock”, dice il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, subito dopo aver incontrato il premier Paolo Gentiloni e il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker.
La terapia “shock” di Boccia consisterebbe in “un'operazione di riduzione del cuneo fiscale e contributivo ma con una caratteristica che finora non è stata sperimentata: azzerare per due anni le tasse e i contributi sociali e previdenziali ma solo a favore dei giovani assunti a tempo indeterminato dalle imprese. Una misura selettiva”.
Una terapia, dunque, che possa riportare l'economia lungo un sentiero di crescita superiore all'1%, per favorire l'inclusione e ridurre le disuguaglianze, per rendere competitive quelle migliaia di imprese che altrimenti rischiano di uscire dal mercato.
Secondo Boccia tale manovra costerebbe “tra i 5 e i 6 miliardi di euro, più o meno quanto un taglio di due punti del cuneo fiscale” e attacca chi sostiene interventi correttivi “a costo zero”, dal momento “le misure per sostenere la ripresa hanno sempre un costo”.
Per quanto riguarda la proposta di Confindustria sui contratti dice: “Proponiamo uno scambio salari/ produttività. Come fece la Germania di Schröder che oggi ha un costo del lavoro per unità di prodotto inferiore di circa il 30% rispetto al nostro. La scarsa produttività è la nostra malattia e si può curare con gli investimenti insieme alla contrattazione di secondo livello non essendoci più l'arma della svalutazione competitiva”.
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