La crisi, oltre ad alleggerire le tasche degli italiani, ha rispolverato una vecchia abitudine, quella del ‘rammendo’. Sempre meno acquisti pazzi nei negozi di abbigliamento, nell'ultimo anno oltre 6 italiani su 10 hanno fatto ricorso a riparazioni sartoriali e quasi 9 consumatori su 10 tendono a recuperare un capo danneggiato o usurato. Lo rileva una indagine del Centro studi Cna curata da Swg. Nell'ultimo periodo, la quota di consumatori che tende a recuperare un articolo danneggiato o usurato è aumentata di quasi il 60%, coinvolgendo oltre 35 milioni di persone. Le riparazioni sartoriali sono ritornate come non mai voce di spesa nell'economia delle famiglie. Nell'ultimo anno, il 60% dei consumatori è ricorso al rammendo, il 65% alla riparazione e il 67% al cambio di cerniere e zip proprio allo scopo di evitare la rottamazione di vestiti. In cinque anni il ricorso alle riparazioni è aumentato nel 48% dei casi nell'abbigliamento; nel 29% dei casi nelle calzature; nel 30% dei casi nella pelletteria.
Inoltre, per riparare i propri capi di abbigliamento il 35% degli interpellati si rivolge ad amici e/o parenti, per le riparazioni sartoriali; il 28% cerca di arrangiarsi in casa propria e solo il 31% si rivolge a laboratori e sartorie specializzate.
Il fai da te pare trionfi anche tra le mura domestiche. Quando si rompe un elettrodomestico, solo il 13% ne compra un altro. Oltre 8 su 10 invece puntano ad aggiustarlo e se il 43% si affida a un tecnico, il 42% fa da solo. Rispetto al 2008 un italiano su 4 ammette di ricorrere al fai da te più di prima.
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