“Dal 2015 dichiarazione precompilata per 30 milioni di italiani”. È questa la novità principale annunciata dal ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, al termine del Consiglio dei ministri a palazzo Chigi, che ha approvato “due decreti legislativi di semplificazione fiscale”.
“Prende il via una grande opera di semplificazione - ha aggiunto la Boschi -, con l'ok del Cdm a due decreti legislativi sul fisco lo Stato diventa finalmente amico dei cittadini”.
A partire dal 2015, dunque, ad oltre 30 milioni di italiani verrà spedita a casa una dichiarazione dei redditi precompilta dallo Stato. “Ci sarà la possibilità - aggiunge il ministro -, di fare delle correzioni. Ma se la dichiarazione verrà considerata corretta si potranno dormire sonni tranquilli. Questa opera di semplificazione renderà la vita più facile ai pensionati e ai lavoratori dipendenti”.
E dal 2016 la dichiarazione precompilata conterrà anche le spese sanitarie del 2015. Nessun obbligo poi di dichiarazione per l'eredità, se devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto, nel caso in cui l'attivo ereditario abbia un valore non superiore a 100mila euro.
Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri non riguarda solo le dichiarazioni dei redditi. Con il provvedimento, ha sottolineato la Boschi, “inizierà anche il percorso di riforma del catasto con la costituzione delle commissioni che rivedranno il catasto”.
Il Consiglio dei ministri, inoltre, ha dato anche il via libera al decreto legge che prevede misure risarcitorie per i detenuti che hanno vissuto periodi in cella vivendo in condizioni “inumane”, ossia sotto lo spazio vitale dei tre metri quadrati, violando così i principi dettati dalla Corte di Strasburgo. Il provvedimento, messo a punto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, prevede misure sia di carattere economico: un risarcimento al detenuto pari a 8-10 euro per ogni giorno vissuto in tali situazioni degradanti, sia, per coloro che ancora non hanno finito di scontare la loro condanna in cella, uno "sconto" pari al 10% di pena residua (un giorno ogni 10).
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