Nei Caf è allarme per il calcolo della seconda rata dell'Imu. Lo sostiene Unimpresa, a cui aderiscono 900 Centri di assistenza fiscale distribuiti in 60 province in tutta Italia. L'approvazione del decreto legge che cancella solo parzialmente il versamento di dicembre sulle abitazioni principali è arrivata troppo a ridosso delle scadenze e sta creando confusioni oltre che a rendere molto probabili errori nella determinazione degli importi da pagare entro il 16 gennaio. Si rischia di creare un contenzioso tra contribuenti e amministrazioni locali.
Il decreto legge approvato mercoledì, prevede infatti il pagamento per la quota di Imu superiore alla aliquota base fissata al 4 per mille. I proprietari di abitazioni principali dovranno corrispondere ai comuni il 40% di questa eccedenza mentre il restante 60% è a carico dello Stato.
Unimpresa fa notare come su 8mila comuni complessivi finora siano stati approvati circa 4mila regolamenti Imu: "C'è tempo fino al 5 dicembre ed è assai probabile che si assisterà ad aumenti selvaggi. I bilanci delle amministrazioni locali sono al collasso e l'opportunità offerta dal Governo col decreto approvato mercoledì consente di fare cassa rapidamente".
Paolo Longobardi, presidente di Unimpresa, ha definito il decreto “una barzelletta”. “In un colpo solo sono stati spostati due termini, quello per le delibere comunali e quello per il versamento, ed è stata portata dal 16 dicembre al 16 gennaio la scadenza per i versamenti. E poi c’è l’aspetto politico. Il Governo Letta si è rimangiato la promessa e alla fine, anche se per cifre non rilevanti, obbliga le famiglie a una ministangata”.
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