Se attorno al pagamento della seconda rata Imu regna ancora il caos, a peggiorare la situazione ci pensa adesso anche l’incertezza sulla copertura per lo ‘stop’ alla prima rata dell’imposta. A denunciare il rischio è la Cgia di Mestre. Così il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, ha firmato il decreto ministeriale che fa scattare la ‘clausola di salvaguardia’ posta a garanzia dell'incasso per cancellare la prima rata: ciò significa nuovi aumenti delle tasse.
Il gettito doveva arrivare dalla sanatoria sui giochi online (600 milioni) e dalla maggiore Iva incassata dopo l'accelerazione dei pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione (altri 925 milioni). La clausola di salvaguardia prevede aumenti degli acconti Ires e Irap per 2013 e 2014 e delle accise dal 2015 su gas, energia elettrica e bevande alcoliche (non benzina).
L’obiettivo è di riuscire ad incassare 1,525 miliardi di euro, somma dei 925 milioni di Iva e dei 600 milioni di sanatoria. Una situazione che il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi ha definito “paradossale”. “Dopo che per mesi ci hanno assicurato che nel 2013 non avremmo pagato l’Imu sulla prima casa – ha detto Bortolussi – rischiamo di pagarla, almeno in parte, sotto altre forme”.
La situazione ha scatenato l’ira di Renato Brunetta, mentre la leader della Cgil, Susanna Camusso, parlando dell’imposta Imu ha detto che “l’unica cosa seria sarebbe rimetterla”. “Che serietà ha un Paese che in pochi anni toglie e mette l'Imu 6 volte?”.
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