Sicilia e Calabria sono le due regioni a minor reddito pro capite e a maggiore rischio evasione fiscale, un rapporto inversamente proporzionale che aumenta notevolmente il divario con la parte settentrionale dello stivale, ma anche al Nord non mancano i pericoli.
Questa la situazione rilevata dall’inchiesta pubblicata oggi dal “Sole 24 Ore” sui rischi evasione fiscale in Italia. Il quotidiano di Confidustria ha pubblicato stamane una mappa del rischio evasione nelle regioni italiane, misurata confrontando i redditi dichiarati al fisco con i consumi delle famiglie rilevati dall’Istat; di fatto si tratta di una verifica che prende in esame i parametri analoghi del redditometro messo in atto dall’agenzia delle Entrate.
“L’economia sommersa – si legge nel quotidiano – è come un iceberg gigantesco, che di tanto in tanto affiora nelle cronache locali grazie alle operazioni della Guardia di Finanza e delle Entrate”. Da nord a sud, infatti, le cronache dei quotidiani non hanno di certo risparmiato truffe, tangenti o raggiri fiscali, sino al recente caso che incriminava un funzionario stesso delle Entrate nella regione Lazio.
Eppure, secondo quanto si legge nell’inchiesta, la differenza tra consumi e redditi è un indicatore importante del rischio di evasione, perché fa capire quanto il tenore di vita risulta incoerente rispetto all'imponibile dichiarato. Un po' come applicare il redditometro al Paese.
E oggi il divario più alto si rileva in Calabria, Sicilia, Valle d'Aosta e Campania, anche se in tutte queste regioni è diminuito rispetto al 2007 – ultimo anno pre-crisi – perché i consumi sono scesi più dei redditi. Al contrario, il divario è cresciuto in quasi tutte le regioni del centro-nord: Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Toscana e – in misura minore – Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia: ciò significa che la spesa delle famiglie è scesa meno dei redditi.
Per fare un esempio, riporta ancora il giornale: “tra il 2007 e il 2012 le consistenze dei finanziamenti alle famiglie piemontesi sono cresciute di 10 miliardi e le sofferenze di 1 miliardo, ma ogni anno nello stesso periodo il divario è stato di 12-13 miliardi. E nello stesso arco di tempo le somme depositate su conti correnti e libretti postali sono aumentate”. Come mai?
Nonostante le cifre in aumento al nord, tuttavia le regioni del sud guidano ancora la classifica. Intanto il governo ha presentato il piano dei controlli per il 2014, che farà leva, secondo quanto dichiarato, su una più precisa selezione dei contribuenti da sottoporre a controllo.
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