Sul fronte del lavoro qualcosa sta cambiando. Stando ai dati raccolti dall’Inps, nei primi due mesi dell’anno, il numero di nuovi contratti resta invariato ma la “qualità” degli occupati è nettamente migliorata.
Infatti, i contratti a tempo indeterminato sono aumentati del 20%, mentre diminuiscono i contratti a termine e gli apprendistato si trasformano in occupazioni stabili.
La quota totale dei contratti passa dal 37,1% al 41,6% a confronto con i primi due mesi del 2014.
Anche rispetto agli ultimi tre mesi del 2014, il cambiamento è netto, poiché i contratti di apprendistato erano scesi del -3,3% e quelli a tempo indeterminato del -2,4% mentre erano aumentati quelli precari.
Il risultato del primo bimestre dell’anno è particolarmente rilevante poiché si deve considerare che non beneficia ancora di tutte le innovazioni previste dal Jobs Act: il contratto a tempo indeterminato dovrebbe diventare, secondo le intenzioni del governo, il contratto prevalente del mondo del lavoro.
È a tenere in considerazione che con le vecchie regole le imprese beneficiavano degli sgravi contribuitivi per i nuovi assunti, poiché i dati dell’Inps ci dicono che anche questa strategia sta dando i suoi risultati.
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