Importanti novità per gli indici di inflazione delle città italiane. A luglio, secondo i dai Istat, il valore, su base tendenziale, si è attestato intorno allo 0,1%, rispetto allo 0,3% di giugno. E in alcune città, ben dieci per la precisione, a fare notizia è un dato apparentemente innocuo, ma in realtà altrettanto insidioso: la deflazione.
Lo scorso mese, infatti, i prezzi risultano in calo, su base annua, in diversi capoluoghi di regione o provincia autonoma: Torino (-0,4%), Firenze (-0,3%), Bari (-0,3%), Roma (-0,2%), Trieste (-0,1%) e Potenza (-0,1%). Giù anche a Livorno (-0,7%), Verona (-0,5%), Ravenna (-0,1%) e Reggio Emilia (-0,1%).
Gli economisti concordano nel giudicarlo un dato non dannoso in sé, quanto per l’effetto che genera sulle aspettative del consumatore che, aspettandosi ulteriori cali, rinvia gli acquisti in programma, convinto che così facendo risparmierà ulteriormente.
Per quanto riguarda i capoluoghi, Bolzano (+1,1%) è la città in cui i prezzi registrano gli incrementi tendenziali più elevati. Seguono Cagliari (+0,8%), Palermo, L’Aquila e Aosta (+0,6%). A Genova e Milano i prezzi sono fermi rispetto a luglio 2013. Tra i grandi comuni, invece, il tasso di inflazione più elevato interessa Messina (+1,1%).
La stima dell’Istat segna il terzo calo consecutivo del costo della vita. Si tratta del dato più basso da agosto 2009. Secondo l’istituto di statistica, “il rallentamento dell’inflazione è principalmente imputabile all’ampliarsi della flessione dei prezzi degli energetici regolamentati”.
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