La Regione Sicilia ha chiesto 20 giorni di proroga, a partire dal tre aprile, per rispondere ai rilievi dell'Unione Europea, che sta indagando sulla natura dei contributi che, dal 2006 a oggi, Palazzo d'Orleans versa all'azienda dei trasporti Ast.
La commissione sospetta che si tratti di “aiuti di Stato”. Nel mirino, in particolare, il “contributo di ricapitalizzazione” assegnato dall’inizio del 2006 al 3 gennaio del 2009 e le “sovvenzioni annuali sistematiche” garantite ad Ast come “contributi integrativi” negli ultimi otto anni. Le somme in ballo sono rilevanti: la Regione assicura all’azienda un finanziamento dai 23 ai 25 milioni di euro l’anno. Se questo trasferimento costante venisse riconosciuto dalla Ue come “aiuto di Stato” al termine di una procedura di infrazione, ci sarebbe lo stop ai contributi ma anche l’obbligo per la Regione di restituire l’intera cifra erogata (almeno 200 milioni di euro), con il rischio di fallimento per l’Ast.
Tutto è iniziato con una denuncia dell'Anav, un'associazione di aziende private del settore. Questa denuncia ha fatto scattare un'indagine sul rispetto delle regole della concorrenza nel campo dei trasporti in Sicilia.
Il 13 luglio scorso, allora, la Commissione europea ha inviato una nota a Palazzo d'Orleans, ma malgrado due risposte alle richieste di chiarimento, la Ue non si è detta soddisfatta: non sarebbero stati chiariti in modo esplicito i criteri con i quali vengono erogati questi finanziamenti.
Ma a irritare i vertici dell’Ast è stato il fatto che il governo non abbia mai avvertito la necessità di informare l’azienda sulla delicata corrispondenza con Bruxelles e sulla stessa esistenza dell’indagine. Tanto che il 21 marzo scorso il presidente, Massimo Finocchiaro ha chiesto un incontro urgente al governatore, dicendo di aver appreso della gravità della situazione da fonti giornalistiche. “Voglio evitare allarmismi e fornire al personale, ai sindacati e al consiglio d’amministrazione tutte le informazioni necessarie”, scrive Finocchiaro.
Allora i dirigenti dell’Ast sono stati convocati a due incontri: uno con i capi dipartimento interessati e il secondo con Crocetta. Riunioni che si svolgono quando già da Bruxelles è stato dato l’ultimatum del 3 dicembre. Anche se è arrivata la proroga di venti giorni ci si chiede perché l'Ast non sia stata informata dei fatti e soprattutto quale sia la difesa delle Regione davanti alla Commissione Ue.
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