Decidere il proprio futuro attraverso la scelta degli studi non è cosa semplice. Bisogna infatti tenere conto non solo degli interessi personali, ma anche delle prospettive occupazionali.
Ma quali sono le lauree più richieste dalle aziende italiane? Ci sono delle competenze e delle attitudini molto ricercate dalle aziende, che puntano sempre di più su figure professionali altamente qualificate e con una solida base di soft skills.
Secondo le ultime rilevazioni di Almalaurea (il consorzio che raggruppa 72 atenei, dai quali arriva oltre il 90% dei laureati), in cima alla classifica dei titoli di studio che offrono migliori risultati sul mercato del lavoro a cinque anni dal titolo troviamo medici e professioni sanitarie, ingegneri, chimici, economisti e “dottori” in statistica. Più nel dettaglio, i camici bianchi trovano lavoro nel 97% dei casi e nel 95% per i medici, così come per gli ingegneri (95,3%). Subito dopo seguono chimici che nel 90,1% dei casi a cinque anni dalla laurea risultano occupati, e da economisti e statistici (89,6%). Laureati questi che in media vengono premiati anche da stipendi più alti di 200-300 euro rispetto ai colleghi che hanno seguito altri percorsi di studio. I medici a cinque anni dalla laurea guadagnano a esempio in media 1.678 euro. Anche chi ha studiato economia o chimica guadagna di più: in media rispettivamente 1.487 e 1.475 euro.
Più difficoltà a entrare nel mercato del lavoro le trovano invece i laureati del settore giuridico: risultano occupati il 74,4% a cinque anni dal titolo. Quasi le stesse performance per i laureati del settore letterario (74,9%). Diverse difficoltà anche per chi possiede una laurea in psicologia o un titolo per accedere all’insegnamento: dopo cinque anni dalla tesi circa il 20% risulta infatti disoccupato. Poco meglio vanno infine i laureati in scienze politiche e quelli del settore linguistico: il loro tasso di occupazione supera di poco l’84%.
Vediamo nel dettaglio.
Laurea in ingegneria
Secondo una ricerca di Gidp (Associazione Direttori Risorse Umane), in Italia il problema più grande è rappresentato dalla mancanza di studenti STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics). A tal proposito, tra le lauree più richieste in futuro e nell’immediato presente dalle aziende rientrano proprio quelle dell’area ingegneristica. In particolare, sono molto ricercati gli ingegneri meccanici, per svolgere tutto ciò che riguarda la progettazione di impianti di automazione e il monitoraggio delle applicazioni. Tra i lavori più richiesti in Italia, figurano anche occupazioni adatte per laureati in ingegneria elettronica, biomedica e gestionale.
Laurea in economia
Tra le facoltà universitarie consigliate per trovare lavoro più facilmente, rientra senza dubbio la facoltà di economia. Dai consulenti di gestione aziendale ai manager, passando per tecnici delle attività finanziarie, i laureati in economia sono molto ricercati dalle imprese nazionali e internazionali.
Laurea in giurisprudenza
Tra le lauree più richieste dalle aziende, quella in giurisprudenza occupa un posto di tutto rispetto. Gli sbocchi professionali di un percorso di studi quinquennale in giurisprudenza sono molteplici:
Avvocato;
Esperto legale in imprese;
Esperto legale in enti pubblici;
Magistrato;
Notaio;
Dirigente in società private o nella PA.
Laurea in scienze politiche
Un percorso di studi molto richiesto dal mercato del lavoro è quello in scienze politiche. Da molti catalogata tra le lauree più inutili, si tratta in realtà di un ottimo percorso che fornisce agli studenti strumenti trasversali, applicabili in diversi contesti.
Dal giornalista al politologo, dall’insegnante al diplomatico, gli sbocchi lavorativi legati alle lauree dell’area politologica possono essere molteplici, sfruttabili in Italia o all’estero.
Laurea in psicologia
La laurea in psicologia è tra i percorsi di studi più richiesti in azienda, soprattutto per ricoprire posizioni legate allo sviluppo e all’organizzazione delle risorse umane. Il comparto HR, infatti, ha un ruolo sempre più centrale all’interno delle grandi corporate, che rivolgono particolare attenzione all’empowerment dei propri dipendenti.
Tra le aree in cui un laureato in psicologia può lavorare, menzioniamo:
Enti privati, in qualità di consulente o nei reparti marketing o HR;
ONG e enti no profit, in qualità di psicologo o consulente;
Pubblica Amministrazione, in qualità di dirigente, recruiter o consulente.
In ogni caso a prescindere dal corso di studi che si deciderà di seguire ci sono almeno due acceleratori di occupazione che non vanno sottovalutati: lo stage e l’esperienza internazionale. Secondo l’ultimo rapporto Almalaurea, già a un anno dal titolo a parità delle altre condizioni il tasso di occupazione fra chi ha svolto uno stage è superiore di circa un punto e mezzo rispetto a quello registrato fra quanti hanno alle spalle un’esperienza accademica consumata solo in aula. Un altro acceleratore è rappresentato poi dalle esperienze internazionali durante gli studi, che uniti allo stage gonfiano del 20% le prospettive di successo occupazionale.
Accanto al titolo di studio e alle competente tecniche, le aziende sono molto interessate anche alle cosiddette soft skills di un candidato, ossia quelle “competenze trasversali” che non riguardano esclusivamente la tua area di specializzazione. Diverse ricerche hanno dimostrato che candidati in possesso di determinate soft skills sanno gestire meglio le relazioni interpersonali e le loro performance nel lavoro.
A tal proposito, ecco le 5 competenze trasversali più apprezzate dalle imprese:
Attitudine al lavoro di squadra: saper lavorare in team è una caratteristica importante nel mondo del lavoro, perché permette di creare rapporti virtuosi e un clima di collaborazione tra colleghi;
Problem solving: la capacità di risolvere i problemi e di trovare soluzioni intelligenti è una dote imprescindibile, specie per chi lavora in contesti particolarmente stressanti;
Autonomia nell’organizzazione del lavoro e nella gestione del tempo;
Flessibilità e capacità di adattamento: l’attitudine a fronteggiare il cambiamento e al dinamismo è una caratteristica importante soprattutto nelle professioni che si evolvono a ritmo incontrollabile, come quelle relative all’ITC;
Capacità comunicative: avere delle buone attitudini alla comunicazione aiuta molto nella cura e nella gestione dei rapporti interpersonali. Anche le doti di public speaking sono ben viste dai vertici aziendali.
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