Una nuova sospensione e l’immediata revisione del provvedimento. È la richiesta avanzata dalla Cia, Confederazione italiana agricoltori, di Palermo, in merito al pronunciamento del Tar del Lazio sull’Imu agricola.
La delegazione palermitana già venerdì 23 gennaio riunirà a Cerda gli associati per discutere il da farsi e predisporre le prime iniziative di mobilitazione e protesta. “Sarebbe una batosta insostenibile per un settore già fortemente condizionato da andamenti climatici e crisi economica - ha dichiarato il presidente della Cia Palermo, Antonino Cossentino -: siamo pronti a dare battaglia con tutti i mezzi disponibili fino a che il provvedimento non venga annullato".
Secondo il numero uno della Confederazione italiana agricoltori, "è un provvedimento abnorme che non ha senso e logica è da scellerati pensare di applicare una tassa sui territori montani, quindi svantaggiati e che non producono. È altrettanto da scellerati incrementare a dismisura quanto già pagavano i terreni della fascia costiera: chiedere 600 euro per ettaro ad un agrumicoltore o 940 sempre per ettaro a chi coltiva ortaggi in serra significa decretare la fine delle loro attività economica e mettere in strada centinaia di famiglie".
"Consigliamo ai nostri associati di non pagare in questa fase di grande confusione: meglio andare incontro al rischio di dover saldare una piccola sanzione, piuttosto che ottenere successivamente un rimborso. Vogliamo pagare le tasse come tutti i cittadini - ha concluso Cossentino - ma vogliamo che ciò sia legato ai reali valori di mercato dei terreni e al reddito degli agricoltori stessi. Fare impresa e pagare le tasse non deve essere legato all’altimetria, ma a tutto quello che sviluppa l’azienda dal punto di vista economico ed occupazionale. Altrimenti è solo una tassa iniqua”.
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