“Quirinale? Io non voglio essere un politico". Risponde così il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, a una domanda rivoltagli nel corso di un’intervista alla tedesca Handelsblatt, su una sua possibile corsa come successore di Napolitano.
Il suo mandato proseguirà fino al 2019, ha precisato Draghi, che poi ha parlato della situazione economica nell'area Euro.
“La combinazione delle nostre politiche monetarie e le riforme statali riporterà un poco della fiducia perduta”. In sostanza, secondo il presidente della Bce, nel 2015 "l'economia in tutti i Paesi della zona euro sarà in crescita", ma ha auspicato che tutti i membri dell'Eurozona aumentino gli sforzi a favore delle riforme strutturali e lavorino per ridurre la pressione fiscale.
“Rilevo troppa burocrazia e tasse - ha proseguito -. In Europa abbiamo uno dei più elevati carichi fiscali al mondo: è un pesante svantaggio competitivo". Fondamentali, quindi, per Draghi "le importanti riforme strutturali, mercato del lavoro flessibile, meno burocrazie, meno tasse, si muovono troppo lentamente”.
Mario Draghi conferma che l'Eurotower ha in corso "preparativi tecnici" per modificare, se necessario, "la dimensione, la velocità e la composizione delle nostre misure a inizio 2015”. Inoltre, ritiene che il rischio di deflazione "non può essere interamente escluso. Il rischio di non rispettare il nostro mandato sulla stabilità dei prezzi è più alto di 6 mesi fa".
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