L’Imu sulla prima casa è stata cancellata. Al momento, almeno, la prima rata. Ma per cancellare l'imposta il governo farà lieviare quella sui redditi: 125 euro in più di Irpef sul 2013 per almeno 6 milioni e 300 mila italiani che pagheranno. Nel 2014 ancora peggio: 201 euro. Si scoprono così gli altarini, che il governo Letta ha mascherato dietro l’entusiasmo dell’Imu. Proprio in una conferenza stampa, il premier e Alfano avevano detto invece: "La copertura del decreto Imu è stata gestita senza alzare le tasse. È un provvedimento tax free che non porta altre tasse”. Niente di più falso. Inoltre a rimetterci maggiormente sarà soprattutto il ceto medio, visto che la maggior parte di questi italiani, tartassati a sorpresa, ovvero il 90% di quei 6,3 milioni di contribuenti, è sotto i 55 mila euro lordi annui. E il 54% sotto i 26 mila euro. Tra loro, quattro milioni di lavoratori dipendenti e un milione e 300 mila pensionati. C’è un’insidia proprio nell'articolo 12 del decreto Imu dove si dimezza per quest'anno "il limite massimo di fruizione" per detrarre dall'Irpef il 19% dei premi di assicurazione sulla vita, contro gli infortuni e la non autosufficienza. Se fino ad oggi quel tetto era di 1.291 euro, per il 2013 diventa 630 euro. E addirittura 230 euro dal 2014 in poi. L'operazione è retroattiva, perciò in violazione dello Statuto del Contribuente, una legge dello Stato che impone la valenza solo per il futuro delle norme fiscali.
A rimetterci sono quelli delle dichiarazioni 2012 (riferite ai redditi 2011), oltre sei milioni di italiani usufruiscono di questo vantaggio fiscale che costa allo Stato 685 milioni l'anno, ma per di più vivono al Centro-Nord. Tuttavia il bilancio dello Stato è veramente al limite. Lo si è visto nel tira e molla dei giorni scorsi sulle coperture al decreto Imu. Alla fine, per non spaventare Bruxelles e assicurare che il 3% del rapporto tra deficit e Pil non sarà valicato ancora, il governo ha pure messo una clausola di salvaguardia con il possibile aumento di acconti delle imprese (Ires e Irap) e delle accise (benzina inclusa). Il taglio alle detrazioni sulle polizze vale moltissimo: 458 milioni nel 2014, 661 milioni nel 2015, 490 milioni dal 2016. E non è facile da rimpiazzare. Se ne riparlerà durante l'iter di conversione parlamentare del decreto.
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