Dal 1° gennaio 2017 sarà attuata la Nuova Assicurazione Sociale Per l’Impiego altrimenti detta Naspi. Questo implica che i lavoratori che verranno licenziati dal 31 dicembre in poi potranno beneficiare della nuova indennità di disoccupazione se in possesso dei requisiti richiesti.
Si concretizza in questo modo il passaggio definitivo dalla mobilità, forma di indennità collettiva, alla Naspi che, invece, rappresenta un trattamento di tipo individuale. Quest'ultima è rivolta a tutte le categorie di disoccupati, compresi gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato, il personale artistico con rapporto di lavoro subordinato e i dipendenti a tempo determinato delle Pubbliche Amministrazioni.
Sono esclusi i dipendenti a tempo indeterminato delle Pubbliche Amministrazioni, gli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato, i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale, per i quali resta confermata la specifica normativa e i lavoratori titolari di trattamento pensionistico diretto.
Sarà l'INPS a occuparsi di corrispondere mensilmente la Naspi ai lavoratori beneficiari per una durata che potrà essere di massimo di 24 mesi. L'importo iniziale dell'assegno si andrà poi a ridurre del 3% per ogni mese a decorrere dal primo giorno del quarto mese di fruizione.
Questo cambiamento, da un lato, consente al disoccupato di ricevere un assegno più alto rispetto a quello previsto dal trattamento di mobilità, dall'altro viene meno questo vantaggio se il mercato non consente un rapido reimpiego dei licenziati.
Le nuove assunzioni di chi percepisce la Naspi porteranno incentivi per le imprese.
Infatti chi assume un percettore di Naspi a tempo pieno e determinato riceverà per ogni mensilità di retribuzione corrisposta al dipendente un contributo mensile pari al 20% dell'indennità residua che al mese si sarebbe corrisposta al lavoratore.
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