Dopo la severa bocciatura per l'Italia arrivata ieri dalla Commissione europea, che ha definito il nostro “un Paese con squilibri macro-economici eccessivi”, oggi è il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a spiegare la "strategia ambiziosa di crescita e risanamento".
Pur riconoscendo nelle parole dure dell’Ue le stesse che usava lui quando era all’Ocse, ammette che il governo pensa a riforme e risanamento della finanza pubblica in un arco di tempo di medio termine e “ci accingiamo a vararla e poi a implementarla. Non nego che più o meno sono le stesse cose”.
Ma cosa prevede di fare nel concreto il titolare del ministero di via XX settembre? In un’intervista al “Sole 24 ore” ha spiegato che le priorità sono i tagli fiscali, le risorse da tagli spesa e coperture transitorie. “Agiremo concentrando le risorse per un intervento forte. Le coperture arriveranno dalla spending review con 5 miliardi sul 2014 e con misure transitorie come il rientro di capitali".
E sul deficit, “non dobbiamo tornare oltre il 3%", annunciando anche una task force per combattere l'arretrato.
Per il ministro, occorre “aggredire le cause di fondo della debole competitività delle imprese" mettendo quindi al primo punto "la questione dell'eccessivo cuneo fiscale". L'obiettivo è "concentrare tutto l'intervento in una direzione, tutto sulle imprese, e quindi Irap e oneri sociali oppure tutto sui lavoratori attraverso l'Irpef".
Per le coperture dai tagli della spesa, possono arrivare "cinque miliardi su base annua" e misure transitorie come il "rientro dei capitali".
Padoan ha annunciato che in uno dei prossimi potrebbe essere portato in Consiglio dei ministri il provvedimento per lo sblocco di 60 miliardi di vecchi debiti della Pubblica amministrazione: "sbloccheremo i pagamenti anche sul 2013 e per il futuro attueremo un sistema basato sulle certificazioni e sulla trasparenza. Grazie al coinvolgimento della Cdp pensiamo di poter risolvere strutturalmente il problema".
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