La classe povera, nella nostra terra, sembra aumentare. Purtroppo, non sono buoni i dati sulla disoccupazione, soprattutto quella giovanile, a confermarlo i sindacati, a tal proposito il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo afferma: “Sono confermate le nostre analisi e le denunce che facciamo da anni. C'è un problema di occupazione, di qualità e quantità del lavoro. Al di là delle medie, ci sono parti della nostra provincia dove il tessuto economico e sociale è ai minimi termini e lì i dati sono ancora più drammatici. La vera emergenza di Palermo è il lavoro, la sua quantità e la sua qualità”. Insomma, nella nostra città non si fa altro che parlare di emergenza in ogni settore e purtroppo si pensa a intervenire quando ormai è tardi o comunque complicato per rimettersi carreggiata. I dati elaborati dal Cerdfos, il centro studi della Cgil, dicono che gi occupati a Palermo passano da 324 mila a 318 mila unità, nel 2007 erano 365 mila. Subisce un leggero aumento anche la disoccupazione giovanile che dal 65% passa al 71,2 %.
Ad avere maggiori difficoltà, soprattutto, i settori che richiedono manovalanza maschile. Infatti, dei 6 mila posti di lavoro persi, 5 mila in meno sono solo nell'industria, e più precisamente, mille nel manifatturiero e 4 mila nelle settore edile e costruzioni. Altri mille, invece, nei servizi.
Per le donne, al contrario, il mercato del lavoro si trova in uno situazione stagnante, di fatto, come un anno fa, le donne occupate rimangono 113 mila. Relativamente quest’ultimo dato sempre Campo afferma: “Considerando che la maggior parte delle famiglie è monoreddito, e che la perdita occupazionale ha interessato gli uomini, significa che ci sono parecchie migliaia di famiglie in condizione di povertà. Dai dati, inoltre, sembra emergere che Palermo, Trapani e Messina siano le province che hanno accusato maggiori difficoltà”.
Per i giovani, il dato che riguarda gli inattivi, sembra che questi diminuiscano, passando da 417 mila a 414 mila. “In questo caso, spiega Campo, ci sono almeno 3 mila persone che non cercavano lavoro e che da un anno all'altro hanno iniziato a darsi da fare per trovare un'occupazione. La diminuzione degli inattivi dimostra che la situazione è abbastanza pesante e precaria. Non siamo fuori dal tunnel, mai si era verificata una caduta occupazione di questa portata. L'occupazione è strettamente legata all'andamento del Pil, cioè ai consumi e all'investimento. Se non si lavora su queste due variabili, consumi e investimento, non si creerà occupazione”.
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