Ennesimo record negativo per l’economia della Sicilia e, in particolare, il benessere delle famiglie dell’Isola. Secondo i dati elaborati dal centro studi di Confindustria, infatti, la Sicilia, è la regione d'Europa con il più alto numero di cittadini, ben il 55,3%, a rischio povertà ed esclusione sociale.
Un dato elevatissimo se si considera che, in Europa, un cittadino europeo su quattro, il 24,5%, è a rischio povertà, e la Grecia, per fare un paragone, si ferma al 35,7%.
In tutto sono 122,6 milioni le persone che nel Vecchio Continente hanno un reddito pari o inferiore al 60% del reddito medio dei propri compatrioti o soffrono una forte deprivazione materiale o vivono in una famiglia dove in media gli adulti lavorano meno di un paio di mesi l'anno.
I dati, riferiti al 2013 (gli ultimi disponibili), evidenziano come in come in 5 anni di crisi la fetta della popolazione più disagiata sia cresciuta del 4,3%.
In Italia le cose vanno ancora peggio: le persone a rischio povertà superano i 17 milioni, vale a dire il 28,4% della popolazione. Una percentuale che arriva, però, a toccare punte del 55,3% in Sicilia, la regione con la quota più alta tra tutte quelle europee. In tutto il Meridione la percentuale è del 33 per cento. A far schizzare in alto il rischio, spiega il Csc, è stata la crescita della quota di chi si trova in situazione di forte deprivazione materiale: il 12,4% della popolazione italiana nel 2013, in aumento di 5,6 punti percentuali rispetto al 2007. Nelle regioni del Sud la percentuale di coloro che soffrono una condizione di deprivazione materiale è dello 8,5% superiore alla media del paese (20,9%). Questi dati sono ancora più allarmanti se si considera di pari passo con l'aumento dei poveri, in Italia, è diminuita la mobilità sociale, già bassa nel confronto internazionale. Una situazione che, avverte il Csc, può "rallentare la crescita".
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