Crolla l'Export della Sicilia. Nel 2013 è stato registrato un calo sostanziale del 14,8%, rispetto all’anno precedente. Una forte battuta d’arresto con un valore poco superiore a 11 miliardi di euro. Un andamento negativo confermato anche dal dato del primo trimestre 2014 che attesta una diminuzione del 16,1%.
A scattare l'impietosa fotografia è il 28esimo Rapporto annuale sul commercio estero dell’Ice (l'Istituto per il commercio estero), che ha permesso tuttavia di rilevare il secondo risultato migliore registrato nell’ultimo decennio, dopo quello del 2012 e del precedente 2009. Scende, infatti, solo di 0,5 punti l’incidenza dell’export siciliano sul totale delle vendite estere.
Per quanto riguarda i principali mercati di sbocco, l'export siciliano è risultato in calo in nove dei dieci Paesi più importanti per la regione, mentre è cresciuto del 15,6% in Libia, a quota 786 milioni di euro. Si registrano variazioni positive anche per l’Asia orientale con +9% e di altri Paesi africani con +37,4%. Differente, invece, l’andamento in Europa, Africa settentrionale, America e Stati Uniti.
L'analisi per settore rivela una polarizzazione tra settori in miglioramento, come sostanze e prodotti chimici (+7,5%), prodotti dell'agricoltura, silvicoltura e pesca (+7,1%) e computer, apparecchi elettronici e ottici (12,9%) ed altri negativi, tra cui il comparto degli idrocarburi e petroliferi raffinati, che si è portato a quota 7,6 miliardi di euro, perdendo il 22% rispetto al 2012 e tornando attorno al livello del 2011. Su questo dato ha inciso la sospensione delle attività della raffineria di Gela.
Un palese aumento si registra, invece, nell’attività di export di prodotti alimentari con +12,6%.
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