Il Comune di Palermo ha dato il via libera alla Tasi. Dopo una seduta notturna dagli animi accesi, il Consiglio comunale ha approvato l'aliquota e le detrazione da presentare al ministero dell'Economia. La decisione finale è leggermente inferiore a quanto annunciato qualche giorno fa dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. L’aliquota approvata, infatti, è pari al 2,89 per mille, rispetto alla proposta della giunta che era del 2,9, ed è stata votata con i soli voti contrari di Italia dei Valori e del Pd che fino all'ultimo si sono battuti per l'azzeramento.
Con il via libera alla nuova tassa, i palermitani dovranno prepararsi alla prossima scadenza, fissata per il 16 ottobre, mentre il saldo è previsto il 16 dicembre.
Il Comune con il gettito della Tasi incasserà circa 16 milioni di euro che finiranno nel calderone dei cosiddetti “servizi indivisibili”, che vanno dall'illuminazione pubblica alla manutenzione delle strade.
E proprio dall’Italia dei Valori arriva la levata di scudi contro il sindaco Orlando e la sua giunta, accusata di essersi alleata con l’opposizione. “Il consiglio comunale alle 7 del mattino, dopo una maratona di 12 ore, ha approvato la delibera che definisce le aliquote della Tasi - dicono Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti di Idv - un atto passato a maggioranza, con il voto contrario di Pd ed Idv, che prevede un’aliquota al 2,9 per mille. Siamo amareggiati per il comportamento in aula della maggioranza, che pur di portare a casa il bottino da 16 milioni di euro si è alleata con le forze che negli anni scorsi hanno sostenuto la giunta Cammarata. I nostri sforzi di evitare la tassazione che grava mediamente per circa 150 euro a famiglia, o comunque di ridurla al minimo, è stata contrastata da questo asse anomalo e ormai consolidato tra centrodestra e Mov139. Nel dibattito d'aula abbiamo evidenziato l'assurdità del pagare troppe tasse per servizi che abbiamo definito più invisibili, che indivisibili. Oltre alla stangata Tari, adesso arriva anche la Tasi che colpirà le famiglie già messe alle corde da una disoccupazione crescente e da una crisi economica gravissima. L'unica cosa che rende meno amaro questo atto sono le detrazioni previste che riprendono in buona parte le nostre proposte”.
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