“L’analisi del Centro Studi UGL, in merito all’impatto economico delle misure adottate per arrestare il diffondersi della pandemia, non lascia margine ad equivoci. Dai dati emerge che un lockdown totale o parziale, metterebbe a ‘rischio fallimento’ il 38% delle imprese, con una possibile perdita di 4,8 milioni di posti di lavoro. Nella migliore delle ipotesi, inoltre, nel 2020 avremo un crollo del Pil pari al -11,5%. In tale quadro appaiono insufficienti e inadeguate le misure finora adottate dal Governo. Per prevenire un aumento incontrollato di nuovi casi positivi e salvaguardare al contempo il tessuto economico e produttivo occorre intervenire sulle cause primarie dei contagi favorendo la didattica a distanza per tutte le scuole e adottando, contestualmente, un piano per la mobilità che coinvolga taxi e imprese private dei trasporti al fine di allentare la pressione sui mezzi pubblici. E’ prioritario, peraltro, potenziare il sistema sanitario territoriale mediante screening di massa effettuati da medici di famiglia e farmacie. Siamo consapevoli della gravità della situazione determinata dall’aumento dei contagi ma anche dei costi sociali conseguenti a chiusure totali o semi-totali. Per questa ragione chiediamo al Presidente del Consiglio di valutare misure alternative a quelle che colpiscono le attività produttive e mettono a rischio milioni di posti di lavoro.” Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito all’analisi del Centro Studi UGL sull’impatto economico delle misure adottate per arrestare il diffondersi della pandemia.
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