I recenti eventi riguardo il cantiere di via Emerico Amari non sono serviti per spronare la Tecnis a garantire la sicurezza dei residenti e dei commercianti. A distanza di un mese dallo sgocciolamento di olio dai macchinari sui passanti, poche sono state le modifiche effettuate dagli operai per evitare che nuovi incidenti si ripetessero e, proprio questa mattina, i passanti nei pressi del Bar Gaia sono stati imbrattati da una bolla di fango che è risalita lungo la trivella ed è schizzata sul marciapiede limitrofo.
«Siamo esasperati - urlano i commercianti a Palermomania.it di fronte l'ennesimo episodio spiacevole -. Qualche mese fa una residente ha rischiato la propria vita quando, per l'errore di un operaio, una lastra protettiva è caduta a pochi passi da qui».
La Tecnis, azienda di Catania vincitrice dell'appalto Rfi, ha più volte ricevuto richiami dalle autorità palermitane. Risale allo scorso aprile la notizia della diffida all'azienda da parte del vicesindaco Arcuri che lamentava proprio gli estremi ritardi nella realizzazione dell'opera.
«Questa situazione va avanti da troppo tempo, dal giorno dell'avvio dei lavori al 15 ottobre abbiamo assistito al raggiungimento del 3% dell'opera - spiega Francesco Raffa, titolare del famoso negozio Tre Erre Ceramica, a Palermomania.it -. Più volte ho provato ad ottenere relazioni sullo stato di avanzamento dei lavori ma la ricerca è stata inconcludente nonostante Cantone abbia richiesto un documento semestrale ad Italfer».
Oggi i residenti e commercianti hanno lavorato fianco a fianco con gli operai Tecnis per ripulire marciapiedi, tavoli, mura e persino i vestiti di chi è rimasto coinvolto dalla pioggia di fango.
«Capiamo l'importanza di una tale opera pubblica, capiamo l'importanza del progresso - continua Raffa - ma vogliamo sapere, prima della morte commerciale delle nostre attività, se qualcuno ha considerato la perdita economica che viviamo, l'insonnia dei residenti o persino l'inquinamento acustico che supera del doppio i livelli massimi consentiti dalla legge!».
In effetti, dalle indagini effettuate, nonché da alcune rilevazioni fatte stamattina sul posto, l'inquinamento acustico raggiunge valori abnormi, che oscillano attorno ai 120 decibel, rendendo impossibile qualsiasi dialogo all'aperto.
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