"In questa serie si mescola azione e vita privata, le storie si ispirano alla realtà. Di questo ispettore amo la fallibilità, che fa parte dell'umanità ma riesce a capire il mondo che lo circonda e a risolvere i casi. Mi piace come si rapporta con le persone e il fatto che sia un uomo che sbaglia. La sua difficoltà nell'ammettere gli errori e le bugie che ha detto nella vita, perché ci somiglia. È un po' come siamo tutti noi e poi è fumantino ma ironico". Claudio Amendola torna a vestire i panni dell'ispettore Carlo Guerrieri nella seconda stagione della fortunata serie Nero a Metà, di Marco Pontecorvo, che apre la stagione delle fiction Rai, in onda sull'ammiraglia del servizio pubblico dal 10 settembre in prima serata. E lo fa ricorrendo come sempre all'istinto e alla concretezza. Al suo fianco ritroviamo Malik Soprani (Miguel Gobbo Diaz), l'ambizioso poliziotto nero fresco di promozione "Questa sua precisione e il suo modus operandi mi fanno ogni tanto girare le scatole, non il fatto che sia nero", precisa Amendola). Una coppia formidabile nelle indagini, affiatata e vincente anche se in perenne attrito.
Rispondendo alle domande dei cronisti Amendola affronta anche la situazione attuale riguardo l'emergenza covid: "Occorrerà avere pazienza, seguire ancora le norme di sicurezza. Non mi sento di demonizzare nessuno. Io sono andato in vacanza in una piccola casa in Trentino lontano dalle discoteche. Ma perché sono un uomo di 60 anni e non ho più voglia di andare in discoteca dove andavo a 20-30 anni. Però, che adesso la Costa Smeralda sia diventata la Wuhan di febbraio mi sembra un po' eccessivo. E trovo anche sbagliato ciurlare nel manico. Ci vuole un po' di responsabilità".
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