Sono il fenomeno web del momento che con le loro domande lasciano spiazzati professori universitari, politici e istituzioni. Stiamo parlando degli “Jopra”, un gruppo di ragazzi di Partinico, comune poco distante da Palermo, che dal loro canale Youtube spopolano tra i giovanissimi.
Saltati alla ribalta dopo con l’exploit ottenuto con il video “Le domande degli studenti ad Unipa”, i “Jopra”, al secolo Flavia Randisi, Mirko Manzella, Pietro Moavero e Domenico Stroppiana, si raccontano a Palermomania.it.
Giovani rampanti con la passione per il teatro (già presenti nelle scene dei paesi del comprensorio con la compagnia teatrale “Schiffarati a teatro”), desiderosi di strappare un sorriso con i contenuti proposti, trattando allo stesso tempo tematiche attuali.
«È importante toccare argomenti seri, ma conta soprattutto far ridere – affermano i componenti del gruppo -. Ad esempio nel video dell’università, considerata la tematica basilare e toccata in maniera goliardica, vi è l’intento di far ridere (ricordando la gestione deficitaria della segreteria oppure le caste all’interno del popolo universitario) ma soprattutto riflettere, dato che nessuno cerca di trovare le soluzioni al problema».
Quale è la fonte d’ispirazione dei vostri video, come nascono?
«Da svariate cose, dai tormentoni che possiamo trovare sul web. Un esempio è il video sulla friendzone, argomento abbastanza radicato online in tono del tutto ironico, oppure il video che uscirà oggi nel nostro canale su “Cosa fare a capodanno”, ovvero la domanda che nessuno vorrebbe ricevere in questo periodo. Questo è correlato alle canzoni ad alto tasso di drammaticità della cantante Adele, ricordando il tormentone in voga su Facebook. Nonostante prendiamo spunto da ciò che ci circonda è fondamentale non copiare, perché il bello di creare qualcosa è appunto di “crearla”, mettendoci del nostro. Ad esempio i personaggi di Mimmo e la moltitudine di occhiali indossati nei video è un vizio parallelo dei suoi comportamenti naturali, oppure la valenza tragica mostrata da Mirko, il quale mette pathos nei personaggi da lui riadattati, come nella sua vita reale».
Da cosa deriva il nome del vostro gruppo?
«Al termine “c’è l’opra”, utilizzato nel gergo partinicese per indicare delirio, baldoria. Abbiamo aggiunto una j al nome per renderlo più orecchiabile».
Molto divertente è stato il video su Salvini, “il signore della Padania”. Secondo voi perché è così acclamato tra i cittadini siciliani e del Sud Italia?
«Perché dice ciò che la gente vuole sentirsi dire. Basa le sue argomentazioni sulle paure e sull’ignoranza degli individui, andando a colpire a fondo la mente dell’italiano medio. Tutti guardano Barbara D’Urso e tutti la criticano… ecco qui l’equivoco».
Col vostro impegno cercate di cambiare le opinioni di chi vi guarda?
«Noi puntiamo a quello che l’italiano medio vuole vedere, aggiungendo tramite la risata una punta amara. Ricordiamo il video su Unipa, con domande banali che tutti si sono posti, nel quale sono state elencate ovvietà che hanno suscitato la risata, ma che hanno anche fatto riflettere».
E su Partinico, è possibile cambiarla in meglio con la vostra ventata di freschezza, contrastando il fenomeno mafioso stagnante ormai da parecchio tempo?
«L’obiettivo è arduo, per nulla semplice. Nel nostro piccolo cerchiamo di portare il nostro contributo cercando di far notare agli altri le cose che non riescono a notare immediatamente, come ad esempio il fatto che l’antimafia non sia pienamente limpida, ovvero che c’è “la mafia nell’antimafia”. Cambiare è un parolone, ma cerchiamo di spingere la gente a ragionare. Vogliamo dare una smossa. Il problema è che i giovani vivono un forte pessimismo causato dalla staticità della nostra cittadina. Ciò spinge il giovane a non prendere iniziativa “nel fare”, fossilizzandosi nella solita routine e non partecipando a iniziative culturali. Speriamo che chiunque visualizzi i nostri video capisca che con una telecamera, un piedistallo e tante risate si può fare qualcosa di concreto. Potete farlo benissimo pure voi. Facendo ciò arricchirete non solo il vostro bagaglio culturale ma anche il territorio stesso. Il fatto che da Partinico possano uscire piccole realtà, che siano quelle teatrali, musicali, comiche o altro, rappresenta una piccola vittoria. Cerchiamo di contrastare ciò che caratterizza un popolare detto partinicese: “armiamoci e partiamo”. Si spera che ci sia qualcuno volenteroso, che voglia dare il massimo per aggiustare le cose, ma alla fine sono pochissimi quelli che veramente cercano di farlo».
Quali sono i vostri progetti futuri?
«Faremo a breve una collaborazione con Roberto Lipari, noto comico palermitano che ha partecipato anche a Zelig. Vediamo cosa ne esce fuori».
Visto il crescente successo, da ciò che si evince dalla vostra pagina Facebook, avete anche i primi haters?
«Ci vogliono, ben vengano. Vuol dire che non passiamo inosservati, vogliamo lasciare un’impronta. Sarebbe controproducente non fare qualcosa per timore di una possibile critica, queste in fondo sono necessarie per spingersi a fare meglio».
© Palermomania.it - Il portale di Palermo a 360°
Lascia un tuo commento
Questo articolo ha ricevuto
Approfondimenti
Opinioni a confronto
Articoli più letti