''Occupiamo un teatro in ogni città''. E' questa l'iniziativa di 'contagio' che gli occupanti del Teatro Valle di Roma, nell'ottavo giorno di occupazione, lanciano a tutti i lavoratori dello spettacolo, partendo dalla frase che lo scrittore Andrea Camilleri ha lanciato alcuni giorni fa proprio dal palcoscenico dello storico teatro romano: ''E' dal contagio che puo' nascere una rivolta cultuerale''.
''A dicembre - affermano gli occupanti in una nota - dopo gli ennesimi tagli alla cultura, le istituzioni hanno perso ogni credibilità. Per età, per percorsi professionali, per pratiche politiche sentiamo che nessuno ci rappresenta. E' necessaria un'assunzione di responsabilità da parte di tutti noi. I diritti non si chiedono, si conquistano''.
''Il 14 dicembre - ricordano - siamo scesi in piazza come lavoratrici e lavoratori dello spettacolo al fianco di studenti, ricercatori e precari. Dopo sei mesi di pratiche di lotta e di percorsi condivisi, il 14 giugno abbiamo occupato il Teatro Valle di Roma''.
''Per noi - sottolineano gli occupanti - non è solo uno spazio prezioso da salvare, ma un simbolo dello stato dell'arte in Italia. Nell'anno zero della cultura denunciamo l'emergenza del nostro Paese''. ''In questi giorni il Valle occupato è un cantiere aperto. Ripartiamo da qui - esortano - da questa Valle occupata per sperimentare forme nuove del fare politica''. ''Siamo qui per immaginare e costruire insieme il Teatro che vorremmo. Per progettare nuovi modelli possibili di sistema culturale, per rivendicare diritti e garanzie di reddito. Siamo qui -concludono- per diventare protagonisti nelle scelte politiche che riguardano il nostro settore, il nostro lavoro, le nostre vite''.
Fonte: adnkronos
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