Non conoscevo il Presidente Rosario Crocetta, per mia colpa. Tuttavia, sto recuperando il tempo perduto e imparando ad apprezzarlo. Deciso, sicuro, coraggioso: comportamento da vero leader. In un periodo così inquinato dal puzzo di mille piaghe, fa piacere, immenso piacere, prendere atto della nuova strada che si sta aprendo per la Sicilia. Nuova strada che, lo ammetto, non speravo più di poter percorrere. Cominciamo dall’esterno. Il governatore si è recato a Bruxelles per discutere del piano finanziario dell’Europa. Trattasi di un miliardo e seicento milioni, mica bruscolini. Pare non si sia approdato a nulla, per il momento, ma ho gradito molto il suo commento: "La programmazione imposta da Bruxelles segue un modello di centralismo burocratico che blocca lo sviluppo. L’Europa ci chiede programmazioni scriteriate, senza guardare all’interesse dei territori. Quella che l’Ue sta attuando è una politica deflattiva. Di fronte a tutta questa arroganza, secondo cui a Bruxelles si fa meglio che da noi, invito questi soloni in Sicilia. Molti tra più grandi porti d’Europa sono in Sicilia ma mancano i collegamenti adeguati. Abbiamo una rete ferroviaria del Novecento e una viaria dell’Ottocento. E la politica europea rischia di cristallizzare il gap tra Nord e Sud del Continente". Ben detto! Per troppo tempo non si sono lette e sentite dichiarazioni così veritiere e tese a non mortificare lo sviluppo della nostra terra. Nessuno, finora, le aveva cantate a quelli che, a tutti gli effetti, possono essere definiti soloni. Inoltre, aggiungo, bisogna smetterla di prendere per oro colato tutto ciò che odora dell’aggettivo europeo. Sono stati imposti regolamenti assurdi, soprattutto in agricoltura. E pedissequamente metabolizzati dalla mediocrità di certa politica regionale. Sia chiaro: ciò che va bene in Francia o in Germania, può rivelarsi catastrofico nel nostro territorio. E ben lo sanno gli operatori di questo e altri settori, perché si è già rivelato. Passiamo all’interno. La recente denuncia del malaffare all’interno di alcuni settori della macchina regionale, gli fanno onore. "Per sbloccare le pratiche all'assessorato regionale al Territorio e ambiente bisognava pagare.
Ce ne volevano di soldi in un posto dove la corruzione l'ha fatta da padrona in questi anni. Lo sanno tutti che la macchina regionale non funziona. I sindacati da che parte stanno? Dalla parte dei cittadini o vogliono rappresentare la difesa del privilegio? La rotazione rientra nelle norme sulla trasparenza e non nell'ambito della trattativa sindacale. I provvedimenti che abbiamo assunto in poco più di due mesi non sono stati adottati dai miei predecessori neanche in intere legislature
All'interno della Regione ho trovato un sistema mafioso ben radicato. Noi andiamo avanti, non temiamo lo scontro duro con la mafia anche se ogni tanto c'é qualche 'rascapignati' che tira fuori qualche falso dossier".
Queste dichiarazioni le fanno onore, signor Presidente. Sono quelle che i cittadini onesti aspettavano da decenni. Finalmente si è chiusa la stagione del “tutti sapevano e nessuno parlava o scriveva”. Finalmente! E sarebbe il caso di procedere anche in tutte le direzioni, per accertare se il malaffare non abbia per caso inquinato altri assessorati e le strutture periferiche. In quanto ai sindacati, ha fatto benissimo a porre la domanda. Sarebbe interessante conoscere la risposta. Continui così, Governatore! Abbiamo vitale necessità di trovare identificazione in un vero galantuomo, in grado di emarginare del tutto e per sempre corruzione, clientelismo, arroganze del potere, inefficienze e assurdi privilegi. E, per suo merito, ci stiamo identificando. Ad maiora!
Fonte: redazione palermomania.it
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