Per la seconda (e ultima) volta, alcune considerazioni sul famoso caso del liceo “Giulio Cesare” di Roma, nel quale è stato letto un brano di un libro ritenuto non adatto ai ragazzi. Caso che è stato discusso anche al Senato della Repubblica. Due parlamentari, Giovanardi e Sacconi, avevano presentato un’interrogazione che riportava le parole esatte di quella parte del testo. La Presidenza, però, ha bloccato l’atto parlamentare. Così motivando, nei confronti del primo: «Onorevole senatore, devo comunicarle che il documento in oggetto non corrisponde pienamente ai requisiti di proponibilità degli atti del sindacato ispettivo parlamentare, così come specificati nell’articolo 146 del regolamento del Senato. Mi corre pertanto l’obbligo di segnalarle la necessità di apportare modifiche al testo della sua interrogazione, nel senso già comunicato per le vie brevi dagli uffici, in modo da renderne possibile l’annuncio e la pubblicazione nei resoconti del Senato». Il commento del senatore Giovanardi: «La presidenza del Senato ha rifiutato la pubblicazione dell’interrogazione da me presentata. Nell’interrogazione infatti erano illustrati i brani crudamente e volgarmente pornografici del romanzo, che evidentemente si possono imporre agli studenti ma non essere letti neppure dai Senatori sulle pubblicazioni ufficiali del Senato. Abbiamo pertanto riformulato l’interrogazione, tagliando i brani osceni, nell’attesa fiduciosa che il ministro della Pubblica Istruzione, che aveva dichiarato essere ‘assolutamente corretto’ il comportamento tenuto dagli insegnanti del Giulio Cesare, ci spieghi come nella scuola pubblica possano essere proposti ai ragazzi testi totalmente osceni da non poter comparire neppure nelle interrogazioni parlamentari». A questo punto, bisogna prendere atto di una verità incontestabile: siamo giunti all’assurdo, all’inverosimile, al grottesco. Per un commentatore esprimere opinioni su episodi che non stanno né in cielo né in terra è diventato difficile, molto difficile. Proseguiamo. Le parole di Giovanardi non hanno bisogno di spiegazioni, ma è bene evidenziare: ciò che non è adatto ai senatori lo è per i ragazzi. Naturalmente, la presidenza ha fatto bene a non permettere di manifestare le parole esatte del testo, ma l’inverosimile resta nella più totale solidità. E che cosa ha risposto il ministro? Leggiamo su intelligonews.it: “Troppi ragazzi si sono uccisi in questi anni perché gay, dopo aver subito offese e umiliazioni. Il problema esiste e va affrontato anche per le scuole. Anche al Giulio Cesare l’hanno fatto, per quanto ho potuto ricostruire, in modo assolutamente corretto. Il libro è stato inserito all’interno di un progetto, condiviso tra studenti e docenti, che parlava di tutte le diversità, compresa nazionalità e differenze religiose. Con tanto di discussioni in classe e tema alla fine, insomma qualcosa di approfondito e serio. In tutta la letteratura dai greci in poi, da Platone a Saffo, il tema dell’amore omosessuale è stato trattato in tutte le sue declinazioni, da quelle più crude ad altre metafisiche. Quindi mi viene il sospetto che questa volta le accuse siano strumentali e ideologiche. Il bullismo sui gay è una realtà oggettiva da combattere in tutto il mondo, Italia compresa! Il grande nemico è l’ignoranza, per questo ben vengano i programmi di lettura che integrano i libri classici a temi di attualità. Ogni scuola decida come meglio crede ma affrontare argomenti delicati significa sensibilizzare gli studenti e le famiglie a conoscere e capire tutte le diversità”. Non intendo commentare in modo approfondito, solo non vedo che cosa c’entrino Platone, Saffo, l’ignoranza, le strumentalizzazioni, le ideologie. Anzi, l’ideologia la vedo benissimo! Fermo restando il dolore profondo che, come padre e nonno, ho provato, e spero di mai più provare, per i ragazzi che si sono uccisi per colpa del bullismo sui gay. Non riesco, cioè a capire, come possa, il brano in questione, aiutare in tal senso. Qui si pretende soltanto un minimo di garbo nel porgere argomenti complessi e delicati, soprattutto a minorenni. Si tenga conto che il ministro ha dichiarato anche di non avere letto il libro. In ogni caso, non mi risulta che lo stesso ministro abbia risposto alla domanda di Giovanardi, che ripropongo: “Come nella scuola pubblica possono essere proposti ai ragazzi testi totalmente osceni da non poter comparire neppure nelle interrogazioni parlamentari?”. In conclusione: adatto o non adatto? Il lettore non ha bisogno di essere imboccato, potrà rispondere a se stesso leggendo il brano riportato nel mio articolo “Scuola, informazione e cultura. Prevenzione sessuale o lezioni di sesso?” (01/05/2014).
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